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MATERA – «Non sarà certo il mio ultimo Carro, ci riproverò anche perchè mi piacerebbe provare un Carro meno imponente, una piccola bomboniera con misure definite come quella che dovrà arrivare in Cattedrale. Alcune scintille ed idee nuove non mi mancano ma sarà la mia famiglia ad avere l’ultima parola sul futuro».

Andrea Sansone anche a poche ore dalla festa del 2 Luglio racconta così le sue emozioni e soprattutto le sue idee per le scelte da fare nel prossimo futuro. La voglia di cimentarsi nuovamente con il Carro non manca ma altrettanto forte è la consapevolezza di sofferenze e difficoltà che tutto questo richiede ed allora per sciogliere la riserva servirà ancora del tempo.

Intanto Sansone racconta anche la sua giornata più lunga e l’emozione e la paura degli ultimi minuti: «ho rischiato di finire sotto il Carro, l’ho scansato proprio di un soffio, stavo rimettendo uno dei pezzi laterali ed proprio vicino alla ruota quando ho sentito l’urlo dell’auriga ed il Carro cominciare a muoversi, l’ho scansato di un soffio. Ho rimediato qualche graffio ma ho rischiato di imanerci sotto, sono stato anche fortunato. Non so bene come sia potuto accadere». Rispetto invece ai minuti più lunghi, intensi, importanti della Festa racconta: «la tensione si sentiva ed era alta, la preoccupazione che circolava riguardava l’ipotesi che il Carro potesse essere distrutto prima dell’arrivo in piazza ma questo non è accaduto, io li ho visti dal Banco di Napoli, nessuno è indietreggiato e l’hanno assaltato partendo da Santa Lucia e lasciando arrivare in piazza il Carro. La mia soddisfazione è che molti dei pezzi così come anche i vestiti sono rimasti integri anche dopo l’assalto, addirittura ho visto un angelo che è rimasto al suo posto per molto tempo. Il pezzo più bello all’auriga? Probabilmente sì, è stato certamente quello che mi ha creato maggiori difficoltà di progettazione anche perchè era, in partenza, il meno stabile. Ho dovuto farci, viste quelle ali così ampie, molta attenzione. E’ stata piacevole la sensazione di un angelo in movimento naturale che poteva essere ammirato insieme al Carro».

Sansone non ha dati esatti ma sottolinea anche i numeri e gli accessi continui alla Fabbrica del Carro segno che i visitatori del manufatto sono stati tantissimi: «non ho cifre ma credo che siano stati molti di più del passato, un dato che aprendo le porte della fabbrica del Carro fin dal 23 di giugno risulta in aumento ma che quest’anno è stato ancora più importante».
Non sono mancate alcune battute sul futuro, sui suoi collaboratori: «io ho sempre motivazioni e ne ricerco di nuove, ho già delle idee su dove migliorarsi, dettagli, particolari su cui mi piace lavorare. Mi piacerebbe fare anche un Carro di un formato diverso, meno grande come quello che dovrà salire in Cattedrale. Quanto ai ragazzi che mi hanno aiutato sono stati molto bravi, io credo che Danilo Barbalinardi sia quello più vicino alla possibilità di fare un Carro un giorno tutto da solo ma anche gli altri conoscono elementi, dettagli, aspetti singoli che sono stati fondamentali nel lavoro svolto». Sansone si toglie poi anche un sassolino: «mi fa rabbia leggere alle volte cose non vere e non precise sul lavoro del cartapestaio, apprezzamenti di chi non conosce esattamente il da farsi. Avere preferenze, gusti diversi è normale e ci può stare ma dire cose non reali non mi pare giusto».

Quanto al fatto che i concorrenti per il Carro della Bruna siano sempre in un numero ridotto spiega: «forse dipende da condizioni di partecipazione, economicamente è un lavoro che richiede grande dispendio di tempo ed energie, ci sono soddisfazioni ma anche necessità ed obblighi. Non sempre è facile doverli rispettare. Il futuro? Non ho deciso nulla, non sarà il mio ultimo Carro ma per l’anno prossimo deciderà la mia famiglia».

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