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STEFANACONI (VV) – Doveva essere una giornata di festa e così è stato. La popolazione di Stefanaconi non ha voluto rinunciare all’antico rito dell’Affruntata e, a differenza del vicino centro di Sant’Onofrio, ha scelto di fare in modo che la processione si svolgesse comunque, anche con le statue dei santi portate in spalla dagli uomini della Protezione Civile. 

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La decisione è stata demandata ai fedeli nel corso della messa del sabato santo, quando il parroco, padre Carmelo Andreacchio, a celebrazione conclusa, ha rimesso all’assemblea dei presenti la scelta sul da farsi e dai banchi della chiesa è parsa emergere una maggioranza di “sì”. Una scelta spiegata come gesto di responsabilità nei confronti del provvedimento prefettizio di “commissariamento” del rito, pur nel fermo disappunto per un diktat parso eccessivo e nel rifiuto di qualunque etichetta mafiosa di gran parte della popolazione. Ma la decisione si è basata soprattutto sulla volontà di celebrare comunque nel consueto modo la rappresentazione pasquale, la cui soppressione, a detta di molti, avrebbe rappresentato una sconfitta per il paese e un risultato utile solo a chi vorrebbe condizionarne lo svolgimento.

In ogni caso tutto si è svolto nel migliore di modi con una buona presenza di fedeli in piazza della Vittoria sotto l’occhio vigile di carabinieri e polizia, schierati in forze, anch’essi incuriositi da un antico e suggestivo rito inconsapevolmente balzato agli onori delle cronache. 

 

A Sant’Onofrio, invece è arrivato a celebrare la messa il vescovo Luigi Renzo, che ha vietato le riprese tv durante la celebrazione. Una decisione che ha suscitato il fragoroso applauso dei presenti in chiesa, presa anche a seguito dei forti malumori sorti in mattinata dalla popolazione del piccolo borgo. Al suo arrivo davanti alla chiesa Matrice, il presule ha voluto “portare la solidarietà e vicinanza alla popolazione” che ha dovuto rinunciare al rito dell’Affruntata. E sulla scelta della Protezione civile per portare in spalla le statue, il vescovo ha riferito che “se si fosse trovata una soluzione condivisa ne avrebbero giovato tutti. Se mi avessero interpellato al momento opportuno sarei intervenuto io in prima persona. L’Affruntata non è uno spettacolo, è un rito religioso sentito da tutta la popolazione e tale deve restare”. E durante l’omelia il presule è tornato a sottolineare l’esigenza di rispettare la comunità locale, pur nell’assoluta vigilanza: “Vi devo riconoscere – ha detto rivolgendosi ai fedeli – di aver fatto molto in questi anni per purificare questo rito”. 

All’esterno della chiesa di Maria Santissima delle Grazie i carabinieri e la polizia hanno presidiato la zona. Tutto però si è svolto senza particolari problemi. Durante la messa un diacono ha avuto un malore ed è stato soccorso e portato in ospedale per accertamenti. Al termine della funzione religiosa la gente si è scambiata gli auguri con una stretta di mano e un abbraccio.

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