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LAGONEGRO – Il Procuratore della Repubblica di Lagonegro dott. Vittorio Russo ha aperto un fascicolo – all’interno del quale al momento non vi sarebbero né indicate ipotesi di reato né indagati iscritti al registro – a seguito degli esposti presentati da alcuni cittadini dopo la ripresa dei lavori di costruzione della centrale idroelettrica sul torrente Fiumicello, a due passi dalla spiaggia più famosa e frequentata di Maratea. La vicenda, della quale il nostro giornale si sta occupando con grande attenzione già da qualche giorno, aveva suscitato le forti proteste degli abitanti della zona, seguiti a ruota dai residenti che a vario titolo posseggono o affittano case e resort sulla costa, che sin da martedì scorso quando sono riapparse le ruspe si sono riversati quotidianamente sulla spiaggia per presidiare il cantiere.

A guidare le mobilitazioni – alle quali stanno partecipando anche alcuni dei tanti turisti che ancora affollano in questo scorcio d’estate la perla del tirreno – un comitato civico costituito nel 2012 a fronte dell’autorizzazione regionale all’impianto, nonostante il parere nettamente contrario espresso dal consiglio comunale sull’argomento.

Secondo i responsabili della società che ha in concessione l’appalto i lavori di costruzione della centrale rispetterebbero tutti i requisiti imposti dalla legge e, una volta ultimati, dovrebbero apportare addirittura sensibili miglioramenti dal punto di vista idrogeologico, oltre ai benefici economici che comporterebbero con l’indotto.

Di tutt’altro avviso, naturalmente, gli esponenti del comitato, scettici sulle ricadute occupazionali e preoccupati per l’impatto ambientale dell’opera, i quali hanno già fatto notare come le recenti attività di scavo abbiano causato la comparsa della odiata e temuta schiuma a mare, con relativo danno di immagine per una città che si candida a diventare patrimonio dell’Unesco.

Nelle prossime ore anche i contorni giudiziari della vicenda dovrebbero chiarirsi e potrebbe emergere un quadro indiziario più completo, anche perché le perizie già utilizzate per diversi ricorsi sono finite sul tavolo del procuratore, anche se al momento i lavori continuano e non è ipotizzabile alcuna interruzione.

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