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REGGIO CALABRIA – Nove anni di reclusione a Nino Lo Giudice e otto a Consolato Villani. Lievi riduzioni per i due collaboratori di giustizia, ma, soprattutto, il riconoscimento dell’attenuante che solo i pentiti considerati attendibili ricevono. Questi gli esiti più rilevanti della sentenza emessa poco dopo le 18 dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, presieduta da Iside Russo, che ha giudicato in secondo grado i presunti affiliati alla cosca Lo Giudice. 

Dopo diverse ore di camera di consiglio, la Corte ha dunque condannato Nino Lo Giudice e Consolato Villani, rispettivamente a nove e otto anni di reclusione, comminando lo “sconto” di un anno ciascuno ai due rispetto alla sentenza di primo grado, emessa il 31 gennaio 2011. Durissima – nonostante la riduzione di due anni – la sentenza nei confronti di Mimmo Gangemi, ritenuto l’armiere della cosca e punito con otto anni carcere. Va meglio a Paolo Sesto Cortese, che passa dai cinque anni e quattro mesi del primo grado alla condanna a tre anni di reclusione. Due anni e quattro mesi per Giuseppe Perricone e due anni a Madalina Turcanu (che in primo grado ne aveva rimediati sette e quattro mesi). Assolto completamente Consolato Romolo, punito in primo grado con otto anni di galera. Per gli ultimi tre, peraltro, la Corte d’Appello ha disposto l’immediata scarcerazione se non detenuti per altra causa. Il procedimento nasce anche dalle dichiarazioni del “Nano”, prima della sua scomparsa, che coinvolgerà molti membri della propria famiglia.
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