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LEGGO solo ora un brevissimo comunicato scritto con grande stile letterario, con straordinario acume morale e politico e con regale serenità argomentativa nel quale ci si chiede a nome e per conto di chi io scriva quel che scrivo.

So che è poco chic, ma purtroppo scrivo solo a nome e per conto di me stesso. So anche, però, che questa mia “anomalia” può parere assurda a chi, evidentemente, non riesce ad immaginare la scrittura svincolata da una qualsivoglia forma di interesse. Il guaio dei bugiardi, diceva qualcuno, è che non si crede mai a nessuno.

Aggiungo anche che solo simili climi dozzinali, volgari e cialtroni potevano portare in parlamento figure di rilievo culturale bassissimo – figurine di quart’ordine – che si credono detentori della Verità e della Giustizia lucana.

Dio ci salvi dai clown, dai loro cloni e dagli “haters” del web. Quando la politica era una cosa seria, queste personcine venivano mandate a prendere il caffè giù al bar.

Approfitto anche per ringraziare Lucia Serino, che con coraggio ospita i miei articoli che, me ne rendo conto, possono rendere assai difficili certe tranquille giornate di lavoro.

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