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I parlamentari della commissione Ambiente del M5S denunciano «il grave occultamento di documenti» riguardanti il sito permanente per le scorie nucleari e presentano un’interpellanza urgente sostenendo che «il documento scomodo, lo tengono nel cassetto fino al 26 maggio, a elezioni concluse. Ecco come ragiona il governo del fare. Fare sì, ma a urne chiuse».

In una nota, il movimento scrive che «si apprende da fonti giornalistiche che il testo è pronto dal 28 febbraio, compresi i rilievi tecnici della Sogin, ma per motivi di opportunità politica sarà pubblicato dall’agenzia per la protezione ambientale solo dopo il 26 maggio».

I parlamentari del M5S si domandano «a quale regione d’Italia tocca la discarica nucleare: Puglia, Basilicata, Lazio o Toscana, quali sono le aree più idonee? Impossibile fare ipotesi, perché le indicazioni dell’ente sono rimaste nel cassetto per quasi tre mesi. Il ricordo delle proteste di Scanzano Jonico aleggia ancora nei palazzi ministeriali. Far uscire nomi di regioni equivale a mettere a repentaglio il voto. E allora? Un bel rinvio».

Il Movimento 5 Stelle ha scritto «un’interpellanza urgente, a prima firma Mirko Busto, che chiede conto anche degli appalti curati da Sogin a Saluggia, dove si è estesa  l’ombra della cupola tangentizia dell’Expo. Si fa presente – specifica Busto – che non ci si trova di fronte a un appalto normale come quello per la costruzione di un edificio, ma a un appalto per la realizzazione di un impianto per la messa in sicurezza della più pericolosa situazione negli impianti nucleari esistenti oggi in Italia».

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