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Un’impresa realizzata quella di Homar Leuci nelle acque di Soverato. L’atleta milanese ha raggiunto la profondità di 86 metri, nel tempo totale di 2’22» in apnea discesa e risalita, nuotando con la sua monopinna. Il record precedente apparteneva allo stesso Leuci, con 84 metri. La prestazione, patrocinata dall’Amministrazione provinciale di Catanzaro, è stata certificata dalla presenza dei due giudici internazionali Cmas (Confederazione mondiale delle attività subacquee), Stefano Floris e Neven Lukas, il secondo dei quali è sceso alla quota record per certificare lo stacco del cartellino.
«E’ stato per noi motivo di grande orgoglio – ha detto il presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro – ospitare una manifestazione così importante che lega il nome della provincia di Catanzaro ad un record mondiale relativo ad una disciplina sportiva affascinante, che si lega ad uno dei principali elementi che caratterizzano l’identità del nostro territorio: la cultura del mare».
«La nostra provincia, accanto ad un mare incantevole – ha aggiunto il presidente Ferro – è capace di offrire ai visitatori uno straordinario patrimonio culturale, artistico e paesaggistico, oltre che eno-gastronomico. Puntiamo su queste risorse per la crescita del nostro territorio e siamo certi che iniziative sportive di tale importanza contribuiscono ad arricchire la nostra offerta turistica, oltre ad avvicinare tanti giovani a discipline che favoriscono il contatto con la natura e il rapporto rispettoso con l’ambiente».
Nella splendida cornice della baia di Soverato, dunque, Homar Leuci ce l’ha fatta a superare quel record precedentemente stabilito nel 2009: «La tensione nelle ore che hanno preceduto la prova è stata altissima, del resto dopo un anno di allenamenti hai una sola possibilità per fare bene, ma ci sono mille variabili», ha sottolineato Leuci dopo la prova, ma alla fine gli sforzi sono stati premiati ed i giudici della CMAS Stefano Floris e Lukas Neven (croato) hanno potuto ufficializzare il primato. E se ad ostacolare la sua performance avrebbero potuto essere le condizioni del mare, temperatura, correnti, vento, «il mare è stato complice e tutto è andato benissimo» ha dichiarato lo stesso atleta milanese. Anzi, le correnti degli ultimi due giorni hanno raffreddato la temperatura superficiale dell’acqua, rendendo al protagonista di questa bella impresa «meno traumatico» l’impatto con le basse temperature della profondità.

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