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Turni e condizioni di lavoro «strutturati in modo tale da contemperare le esigenze produttive e la vita sociale dei lavoratori» dello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fca, incrementi salariali, stabilizzazione dell’occupazione e relazioni democratiche all’interno della fabbrica.

Sono questi gli argomenti affrontati, nel pomeriggio a Potenza, nel corso di un incontro tra i rappresentanti della Cgil, Angelo Summa e Giuseppe Cillis, della Fiom, Massimo Brancato ed Emanuele De Nicola, e di alcune forze politiche (Pd, Sel, Psi, M5S, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Idv, Cd, e Udc) organizzato discutere «delle valutazioni e delle proposte della Cgil e della Fiom-Cgil in relazione alla nuova fase di investimenti, aumento occupazionale, qualità del lavoro in Sata e nell’indotto».

La Fiom «conferma la valutazione positiva sulla scelta di produrre i nuovi modelli a Melfi», ha detto Brancato, ma bisogna stabilire alcune questioni, a partire «dalla rappresentanza sindacale, sancita dalla Corte Costituzionale nel 2013 non in relazione alla firma di un contratto ma alla libera scelta dei lavoratori di eleggere rappresentanti, quindi una questione democratica»: per questo motivo «l’incontro di oggi – ha aggiunto – rappresenta la volontà di mettere in campo iniziative non solo interne alla fabbrica, ma anche con i rappresentanti delle istituzioni e in modo non episodico».

Per Summa, invece, «bisogna trovare soluzioni in grado di contemperare le esigenze produttive alla vita degli operai, che non possono essere solo legati al mercato, e poi i modelli non durano per sempre e c’è la necessità di guardare al futuro». 

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