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REGGIO CALABRIA – L’ex pentito Antonino Lo Giudice ha divulgato un nuovo memoriale in cui ritratta le accuse e ribadisce di essere stato costretto ad accusare persone innocenti su pressioni di magistrati e investigatori. Il plico è stato fatto trovare nello studio dell’avvocato Giuseppe Nardo a Reggio Calabria insieme a file audio e video. Il penalista difende Antonio Cortese, a giudizio a Catanzaro per le bombe esplose alla procura generale della città dello Stretto il 3 gennaio 2010 e sotto l’abitazione del pg Salvatore Di Landro qualche mese più tardi, il 26 agosto. Lo Giudice scagiona il presunto autore materiale dell’attentato sostenendo che proprio in questa ultima occasione il pentito e Cortese si trovavano insieme a mangiare una pizza. 

Lo Giudice, personaggio controverso (LEGGI IL PROFILO) si era anche collegato a diversi episodi di ‘ndrangheta avvenuti nel reggino. Ora nei suoi messaggi ribadisce la fine della sua collaborazione e la ritrattazione di tutte le accuse mosse sino a quel momento, comprese quelle sulle bombe del 2010 a Reggio Calabria, sostenendo di essere stato “manovrato” dalla Dda di Reggio Calabria e facendo i nomi dell’ex procuratore Giuseppe Pignatone, adesso a Roma, dell’aggiunto Michele Prestipino, del pm Beatrice Ronchi e dell’ex capo della Mobile Renato Cortese, che oggi dirige la Squadra mobile di Roma. L’ex pentito afferma anche di sentirsi a rischio e di essere indeciso se consegnarsi all’attuale procuratore capo di Reggio Calabria, Cafiero de Raho.

Per le bombe di Reggio, Nino Lo Giudice è stato condannato anche in Appello (LEGGI L’ARTICOLO) anche dopo il clamoroso gesto che ha portato alla sua scomparsa. Un primo memoriale dell’ex pentito era già stato diffuso (LEGGI IL TESTO IN PDF) e aveva causato un terremoto giudiziario rallentando i processi che facevano riferimento alle precedenti deposizioni (LEGGI IL SERVIZIO).

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