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LAGONEGRO – La Regione Basilicata si appresta a chiedere la rescissione del contratto per la costruzione del nuovo ospedale unico per acuti di Lagonegro alla Sol: la Società ospedaliera lucana, main contractor della joint venture concessionaria della realizzazione dell’opera e della gestione in affitto per un periodo di 25 anni.

La notizia è stata comunicata ufficialmente al comitato civico per la costruzione dell’ospedale (che si è costituito a novembre allo scopo di sensibilizzare sulla questione istituzioni e abitanti del lagonegrese) dalla dottoressa Giuseppina Lovecchio, responsabile unico di procedimento per conto della giunta regionale, a margine della riunione che si è tenuta a Potenza giovedì mattina.

Nell’occasione Lovecchio ha messo a disposizione dei delegati del comitato la documentazione con la quale i vertici di via Verrastro hanno dato mandato all’ufficio legale di procedere alla formalizzazione della richiesta di rescissione del contratto ai rappresentanti legali della Sol.

I tempi della procedura non sono certi, né è escluso al momento che ci siano margini di manovra per giungere a un accordo, ma immediatamente si sono scatenate le polemiche degli addetti ai lavori (il personale medico attualmente impiegato nel vecchio ospedale, che fa enorme fatica a servire un’utenza triplicata con ricoveri e pazienti provenienti dalle regioni limitrofe di Campania e Calabria) e di tanti cittadini.

Ieri sera è stata convocata una riunione straordinaria del comitato nei locali della Cgil a Lagonegro: un volantinaggio in tutti i comuni della valle del Noce è previsto per oggi e domani; mentre per giovedì 17 dicembre è stata indetta un’assemblea nella sala consiliare del palazzo di città alla presenza di tutti i sindaci dell’Unione lucana del Lagonegrese, per informare la cittadinanza, fare il punto della situazione e decidere le prossime strategie di mobilitazione sulla scorta di quanto sta avvenendo in Val d’Agri in questi giorni.

La Regione lamenta l’assenza di risposte da parte della Sol alle numerose sollecitazioni effettuate dall’ente per l’inizio dei lavori: a questo punto il rup teme addirittura che l’opera, per la quale sono stati già validati tutti i progetti e che attende solo di essere cantierizzata, venga avviata per poi essere abbandonata e diventare un’altra cattedrale nel deserto, l’ennesima incompiuta a testimonianza dell’inefficienza amministrativa e dello spreco di risorse pubbliche nel Mezzogiorno d’Italia. Timore condiviso dagli attivisti del comitato, a fronte del silenzio del Governatore Marcello Pittella (che pure aveva fatto dell’ospedale di Lagonegro un tema portante della sua campagna elettorale), di una evidente e preoccupante immobilità politica sulla vicenda che sa di tattica dilatoria e di voci che parlano di una nuova area per la costruzione dell’ospedale individuata nella zona industriale di Galdo di Lauria. Proprio nel giardino di casa del presidente della Regione Basilicata.

 La preoccupazione più grande, però, e che il progetto sia definitivamente accantonato, in conseguenza della ristrutturazione del sistema sanitario regionale e dei tagli del governo ai trasferimenti ministeriali. La Regione ha già postato a bilancio 71 milioni di euro, in parte provenienti da risorse statali, che potrebbero arrivare a 81: ne servono circa altri 50, però, per raggiungere la cifra necessaria, pari a 129 milioni.

Non si tratta di un’operazione semplice, perché pare che la Sol non sia più intenzionata alla costruzione dell’ospedale per mancanza di risorse o perché giudica l’opera non conveniente dal punto di vista economico. L’importo disponibile non è considerato conveniente dalle altre società concorrenti (tra cui il gruppo di imprese che fa capo al potentino De Vivo) per cui non sarà facile allestire una nuova joint venture, mentre un nuovo bando di gara richiederebbe tempi lunghi e costi ulteriori difficilmente giustificabili.

La Sol, intanto, ha chiesto altri 28 milioni di euro per cominciare i lavori, che sarebbero dovuti a inconvenienti e imprevisti incontrati in fase progettuale per le condizioni geostatiche e geognostiche del terreno sul quale dovrebbe sorgere l’ospedale. E non esiterebbe a citare la Regione in giudizio in seguito ad una rescissione contrattuale. Il danno oltre la beffa per i cittadini lagonegresi, costretti così a sostenere le spese in giudizio insieme a tutti gli altri contribuenti lucani, dopo più di trent’anni di sperperi, false promesse e prese in giro elettorali.

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