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POTENZA – L’appuntamento con il bilancio di previsione è previsto entro fine mese, probabilmente un paio di giorni prima della scadenza obbligatoria fissata al 29 aprile. Da ieri il testo che mette sotto la lente le casse comunali e dettaglia entrate e uscite per i prossimi tre anni è nelle mani della seconda commissione consiliare (delega al Bilancio). L’organismo consiliare dovrà nei prossimi giorni studiare il documento, emendarlo e approvarlo. Poi toccherà al consiglio comunale.
Dopo il dissesto approvato lo scorso 20 novembre, il Comune di Potenza deve presentare entro il 29 aprile un bilancio di previsione riequilibrato, chiuso, cioè, in pareggio. Il deficit trascinato dagli anni precedenti dovrà risultare coperto.
L’operazione non è semplice, le cifre in gioco sono altissime. Solo il disavanzo del 2014 è stato calcolato in 26 milioni di euro (a cui va aggiunta una quota parte del disavanzo del 2013).
«Ci aspetta un lungo lavoro», anticipa il presidente della commissione Bilancio, Felice Scarano (Potenza condivisa). Già oggi si svolgeranno le prime audizioni con il segretario comunale Giovanni Moscatiello, a cui è stata assegnata la dirigenza del settore finanziario. Presto anche il sindaco Dario De Luca dovrà relazionare sulle politiche economiche che attraversano le previsioni dell’ente: come risalirà la china Potenza?
Le cifre che compaiono nella relazione di accompagnamento al corposo documento di programmazione economica (con il bilancio di previsione 2015, il Comune dovrà approvare il pluriennale 2014-2016) sono importanti.
Le uscite del Comune di Potenza si aggirano intorno ai 90 milioni di euro. Due le voci “incomprimibili”: i mutui contratti (15 milioni di euro) e il personale (20 milioni circa). La partita, quindi, si gioca su circa 50 milioni di euro: dove tagliare ancora? e dove incassare?
Alcuni servizi sono già stati ridotti: circa 9 milioni di euro sono il risultato del taglio a spese minime e servizi quali mense, guardiania, pulizie.
Il Municipio è sicuro di poter aumentare le entrate con il contrasto all’evasione fiscale, attraverso il canale dei tributi (al massimo quasi tutte le aliquote) e con nuovi introiti, come nel caso delle affissioni pubblicitarie.
Contamporaneamente, però, è negativo il segno che affianca la nuova ripartizione dei trasferimenti agli enti locali: da Roma i finanziamenti sono sempre più ridotti.
Negativa è anche la voce di “mora” per lo sforamento del patto di stabilità nel 2014, stimata in circa 11 milioni di euro.
Il contributo necessario per chiudere il bilancio in pareggio sarebbe di oltre 40 milioni da spalmare su tre anni: una cifra che difficilmente la Regione Basilicata potrebbe accollarsi.
Ma è qui che entrano in gioco due prospettive. La prima riguarda proprio la multa per lo sforamento del patto di stabilità. Negli ultimi anni è stata consuetudine del Governo abbattere al 3% della spesa corrente il versamento richiesto ai comuni in non in regola. Cifra che potrebbe persino essere ridotta al 10 per cento della quota stabilita se andasse in porto un testo ora al vaglio del parlamento: i saldi del Comune di Potenza migliorerebbero parecchio.
Ma è un’altra la strada su cui si concentrano le maggiori attese. «È stata proposta a Roma – ricorda Scarano – una modifica a un articolo del Testo unico, per portare a cinque anni la durata del periodo in cui i Comuni capoluoghi di Provincia in dissesto possono riequilibrare il bilancio».
Se queste condizioni diventassero reali, i conti del Comune cambierebbero in meglio e non sarebbe più di 40 milioni di euro la cifra necessaria per rincorrere il pareggio.
Da oggi questi conti saranno al centro del dibattito in commissione. Tutti a lavoro, con lo sguardo fisso su Roma. Da oggi a lavoro in commissione, con uno sguardo sempre fisso su Roma.

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