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L'occupazione della struttura di questa mattina

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La struttura è vuota e inutilizzata da anni. Il collettivo Prendocasa ne ha dato notizia sulla sua pagina Facebook

COSENZA – Il collettivo Prendocasa questa mattina ha occupato uno stabile dell’Aterp in pieno centro a Cosenza. Si tratta di una struttura vuota su via Savoia, vicino alla centralissima via Misasi.

Lo stesso collettivo ne ha dato notizia sulla sua pagina Facebook.

«Ci siamo appena ripresi insieme a tante famiglie e singoli, cosentini e migranti, lo stabile vuoto e abbandonato da anni – si legge ancora – 155 milioni dei fondi Gescal, destinati all’emergenza abitativa, sono finiti nelle tasche di burocrati e politicanti, da Oliverio a Pallaria tutti tacciono. Non potevamo accettare tutto ciò. In questa regione le uniche risposte al bisogno casa arrivano dalla lotta. Invitiamo tutti e tutte a raggiungerci e a supportare la nuova occupazione abitativa. La lotta per la casa, la Cosenza che dice no, lancia un segnale forte e chiaro verso il corteo nazionale del 27 novembre e oltre. A Roma e sui territori continuiamo a costruire pratiche di autonomia e conflitto sociale. Il nostro tempo è ora». 

Ieri il collettivo Prendocasa era tra i promotori di un crteo di protesta (LEGGI) in occasione della visita a Cosenza del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi.

Sempre su Facebook è stato pubblicato un appello ai residenti della zona: «Vogliamo presentarci al quartiere, senza creare allarmismi o disagi alle persone che ci vivono. Siamo famiglie di cosentini e di migranti che vivono in questa città da tanti anni. Abbiamo deciso di occupare questo palazzo perché non abbiamo una casa. Fino a ieri, alcuni di noi erano costretti a dormire nei garage, sotto i ponti, sulle panchine dell’autostazione. Altri avevano in affitto una casa, ma vivevamo con l’incubo costante di essere sfrattati da un giorno all’altro perché i padroni pretendevano affitti esorbitanti che non riuscivamo a sostenere. Siamo figli di questa città, lavoratrici e lavoratori, disoccupati e precari, gente che, come tanti di voi, ogni giorno è costretta ad inventarsi un modo per portare da mangiare ai propri figli. Non vogliamo però svolgere attività illegali, né prostrarci ai piedi dei politici per elemosinare una cosa che in realtà ci spetta di diritto. Siamo stanchi di aspettare l’assegnazione di una casa, che non avverrà mai. Molti aspettano l’assegnazione di un alloggio popolare da 10 anni. Ci sembra assurdo che in questa città tantissimi edifici pubblici restino vuoti e abbandonati, mentre tante persone vivono in case diroccate o in mezzo alla strada. Conosciamo il grado di umanità e solidarietà che la gente di questo quartiere riesce ad offrire. Noi non vogliamo arrecare alcun disturbo e danno alle famiglie che vi abitano da anni. Al contrario, ci piacerebbe contribuire a migliorarlo costruendo momenti e spazi di socialità collettiva ed iniziative culturali e ricreative. Facciamo appello a tutti voi, al vostro senso di umanità e solidarietà. Fino ieri eravamo senza una casa dove crescere dignitosamente i nostri figli. Oggi, con l’occupazione di questo palazzo abbiamo voluto riprendendoci quello che ci è stato tolto e negato. Se domani dovesse concretizzarsi la possibilità di vivere stabilente qua, il merito sarà anche vostro, abitanti di Via Savoia per il vostro sostegno e appoggio. Organizziamoci assieme in questa drammatica fase storica, riconquistando i nostri diritti e liberando le nostre vite dalla precarietà, miseria e sfruttamento che ci opprimono».

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