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OLIVETO LUCANO – Un raggio di sole  per Oliveto.  Parliamo della tre giorni “Le petre de la Mola”, che si svolgerà dal 20 al 22 a dicembre a Oliveto Lucano. Presentata dalla prima cittadina olivetana, Anna Trevigno, la tre giorni nasce con l’idea della valorizzazione turistica dei luoghi ma con l’attenzione primaria alla cultura dei posti.  “Abbiamo sostenuto  economicamente – ha affermato – quest’iniziativa la cui gestione è stata affidata alla nostra Pro Loco. Il nostro obiettivo è  offrire, visto  il nostro territorio non è propenso all’industrializzazione, quello è possibile per favorire lo sviluppo dell’economia attraverso i canali del turismo, ma quando questo si lega agli aspetti culturali e alle tradizioni”. 

Passeggiate, un convegno, escursioni, enogastronomia. Sono questi gli ingredienti di “Aspettando il solstizio d’inverno a Petre de la Mola”. In quel tassello di Monte Croccia baciato ogni anno, appunto al tramonto del 21 dicembre, tempo solare del solstizio d’inverno, di un’una originale  benedizione della natura che abbraccia l’intelligenza dell’uomo. Perché è qui che da una boccuccia del complesso megalitico utile al nome della manifestazione, l’ultimo raggio di luce dell’anno sposa la dimestichezza degli antichi popoli con la comprensione delle stelle. Petre de la Mola, infatti, complesso naturale nato all’interno dell’attuale Parco di Gallipoli Cognato, è stato modificato da invasori provenienti dalle zone del Caucaso che lo resero strumento di misure calendariali. Facendolo diventare quel calendario registrato dai movimenti astronomici, fascino ed elemento stupefacente del verde montano. 

Oliveto è dunque uno dei paesi dei calendari di pietra. Fratello di Castelgrande della provincia potentina (ma qualcosa di simile è stato costruito anche nelle tombe ritrovate nella materano Murgia Timone) e, soprattutto, dei comuni del Cilento che fino agli anni Cinquanta del Novecento sulle loro vette hanno fatto camminare donne che ai massi chiedevano un sostegno alla loro fertilità. La maggior parte delle notizie dalla Petra derivano dagli scavi eseguiti sul Croccia tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del 1900 prima e alla fine dello stesso secolo in ultimo. Dopo che l’olivetano Francesco Mattiace aveva segnalato la presenza dei resti d’una cinta muraria. L’insediamento fu abbandonato all’inizio del III sec. a. C. Almeno da allora il raggio di sole gioca con la calcarenitica roccia. Utilissime già le descrizioni di Lozito, in conferenza. A far immaginare il grado di qualità del convengo che si terrà il 20 dicembre, presso il Centro giovanile olivetano. 

Al quale, oltre ai rappresentanti istituzionali e allo stesso Leonardo Lozito, tra gli altri interverranno lo studioso Vito Francesco Polcaro e il soprintendente ai Beni archeologici della Basilicata, Antonio De Siena; presenza importante, quest’ultima, specie per confermare la promessa di Lozito:  in futuro nella zona si riprenderanno campagne di scavo. Per il 22 è prevista pure un’uscita a Tricarico.

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