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REGGIO CALABRIA – Gigi Meduri rappresenta in Calabria un importante bacino di voti, transitati dalla Democrazia Cristiana al Partito democratico, passando per il Partito Popolare, L’Ulivo e la Margherita. E’ lui il politico calabrese finito in carcere nell’ambito dell’operazione sugli appalti nell’Anas. Un nome non nuovo in inchieste e faldoni giudiziari, anche se mai collegato a condanne.

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L’ex sottosegretario di Stato nel Governo Prodi, quando Ministro alle Infrastrutture era Antonio Di Pietro, non è un nome qualunque della politica calabrese. Nella sua storia ci sono molti passaggi cruciali per questa terra. 

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Nato a Reggio Calabria, 73 anni, una laurea in giurisprudenza, Meduti è attuale componente dell’Assemblea nazionale del Pd, ultimo di tanti incarichi ricoperti in oltre 40 anni di politica. Nel 1975 la prima esperienza di amministratore, eletto consigliere comunale di Reggio Calabria, dove resterà in sella fino al 1990 ricoprendo più volte l’incarico di assessore.

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Dopo quindici anni a Reggio, il salto di qualità con l’elezione a consigliere regionale sempre tra le fila della Democrazia Cristiana, ritagliandosi spazio prima come segretario poi come assessore regionale con delega al Lavoro, Formazione professionale e Pubblica istruzione. 

Nella scalata politica arriva il passaggio al Partito Popolare, quindi la nuova elezione, nel 1995, in Consiglio regionale dove viene anche eletto Segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. 

Il 22 gennaio del 1999 è proprio il suo nome a caratterizzare il cambio nella guida della Regione, con il passaggio da una maggioranza di centrodestra ad una di centrosinistra. Meduri, infatti, diventa presidente della Regione Calabria grazie al sostegno del Ppi e delle altre forze dell’Ulivo. Un solo anno da presidente, dal momento che nel 2000 si torna al voto, con Meduri sempre eletto a Palazzo Campanella. Anche qui un solo anno, visto che per l’esponente politico reggino, nel 2001, si aprono le porte della Camera dei Deputati, grazie all’elezione nelle liste dell’Ulivo nel collegio complesso collegio di Locri.

Con la fine del Ppi, Meduri passa alla Margherita, ma per la prima volta non riesce ad essere eletto, nel 2006, nella corsa al Senato della Repubblica. Una legislatura che, però, porterà bene all’ex presidente della Regione, chiamato dal presidente Prodi nell’importante ruolo di sottosegretario alle Infrastrutture al fianco dell’allora Ministro Antonio Di Pietro nel secondo governo guidato proprio da Prodi.

L’adesione al Partito democratico lo conferma al vertice della politica calabrese, con la nomina a componente dell’assemblea nazionale del partito. Fino agli arresti scattati oggi, in una inchiesta che apre scenari inquietanti sulla gestione degli appalti, tra mazzette e promesse elettorali. 

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