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RIACE – C’è la svolta nelle indagini per l’omicidio di Ernesto Ienco, il 31enne imprenditore di Riace ucciso a fucilate nella notte tra sabato e domenica scorsi (LEGGI LA NOTIZIA). Nella tarda serata di ieri i Carabinieri hanno fatto scattare le manette ai polsi di Sabrina Marziano, 28 anni, moglie di Ienco, considerata la mandante dell’omicidio del marito.

In arresto anche un giovane, Agostino Micelotta, 21 anni, che lavora in un laboratorio di falegnameria, amico della donna, e ritenuto l’esecutore dell’omicidio. Sembra risolto, dunque, quello che stava diventando un vero e proprio giallo.

Nella coppia ci sarebbero stati dissidi da diverso tempo, e l’omicidio sarebbe maturato nella vita privata. Infatti, sembrerebbe che Micelotta e Marziano avessero una relazione sentimentale cosa che, percepita dal marito, avrebbe ulteriormente incrinato il rapporto coniugale.

Ernesto Ienco è stato ucciso in contrada Iannino, una frazione di Riace marina. Era appena entrato nell’abitazione, sita in luogo isolato, quando dall’interno sono partiti i colpi di fucile che l’anno ammazzato sul colpo. L’omicidio sarebbe avvenuto tra l’una e mezza e le due di notte. A quell’ora, in casa, c’era solo la moglie e, probabilmente, l’amico della stessa fermato ieri e che, secondo gli investigatori che hanno condotto le indagini, sarebbe proprio quello che ha azionato il fucile uccidendo Ienco.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, la notte del 25 ottobre scorso, all’una e venti circa, i due fermati, al rientro da un matrimonio fuori paese di Ienzo, hanno sparato, da dentro la casa coniugale, quattro colpi di fucile caricato a pallettoni. Quindi, con un corpo contundente, avrebbero infierito sulla vittima colpendola ripetutamente alla nuca.

Durante i numerosi interrogatori di parenti e amici di Ienco, era emerso che tra la giovane coppia regnava da anni una certa discordia. Negli anni passati si erano persino separati per qualche tempo. L’unica cosa che avrebbe tenuti legati i due sarebbero state le due figlie piccole, una di 5 e l’altra di 10 anni, che la sera dell’omicidio erano dai nonni materni a Guardavalle, come avrebbe rivelato la stessa donna a qualche congiunto, che suggeriva tempo addietro di dividersi. I due sono stati accompagnati di carcere.

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