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LOCRI (RC) – I carabinieri del Gruppo di Locri hanno arrestato due persone accusate di essere state mandanti dell’omicidio del medico oculista Fortunato Larosa, 67 anni, ucciso in un agguato l’8 settembre del 2005 tra Canolo e Gerace, nella Locride, mentre in auto rientrava a casa. A compiere l’omicidio furono due persone armate di fucili calibro 12 caricati a pallettoni ritenute vicine alla cosca Raso-Filippone. Si tratta di Giuseppe Raso, di 74 anni, considerato uno dei capi del gruppo criminale, e Domenico Filippone, di 41. L’accusa nei loro confronti è di omicidio volontario, aggravato dalle modalità mafiose e dalla premeditazione.

Il movente dell’omicidio sarebbe legato ad una vendetta mafiosa. Fortunato Larosa, secondo quanto è emerso dalle indagini, non tollerava la sistematica invasione dei suoi terreni da parte di capi di bestiame di proprietà di una cosca di ‘ndrangheta, le cosiddette «vacche sacre», e per questo sarebbe stato assassinato. L’uomo aveva anche presentato denunce alla magistratura.

«Ci troviamo in presenza di una delle forme più deprecabili della manifestazione di controllo del territorio ed imposizione del silenzio da parte della ‘ndrangheta – ha detto all’Ansa il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho – le cosche arrivano al punto di eliminare la persona che non soggiace agli abusi del pascolo altrui e dell’invasione e distruzione delle coltivazioni. Il dottor La Rosa fu punito per non avere tollerato la sistematica invasione dei propri terreni da parte di bestiame appartenente al nucleo familiare Filippone-Raso e si era ribellato a questa situazione presentando anche denunce all’autorità giudiziaria e alle forze dell’ordine».

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