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UNA caccia all’uomo senza quartiere. Il gruppo di poliziotti tedeschi che sta lavorando da tre mesi al caso dell’omicidio dell’ingegnere potentino Domenico Lorusso sfodera a questo punto l’artiglieria pesante. Ancora nessuna traccia dell’uomo che ha colpito a morte Domenico e, visto che gli strumenti di investigazione usati finora non sono bastati, si è deciso di effettuare il test del dna a tappeto su tutte le persone che quel maledetto 28 maggio erano nell’area dell’omicidio. Come risalire ai nomi di tutti? Attraverso i tabulati telefonici: verranno chiamati tutti quelli il cui cellulare è stato agganciato dalla cella di quella specifica area urbana. Quella in cui l’omicidio è avvenuto.

Uno sforzo investigativo enorme, perché a quell’ora – Domenico è stato ucciso intorno alle 22 – in quell’area c’erano migliaia di persone: si parla di almeno 3.000 uomini (9.300 tra uomini e donne). In circa 1.800 si sono già sottoposti volontariamente al test nelle ultime settimane, ma tanti ancora sono i profili da vagliare.  Verranno analizzati baristi, commercianti, turisti, residenti, ma anche gli avventori dei pub, i tassisti, gli automobilisti. E nessuno stavolta potrà opporsi: il test del dna sarà obbligatorio. E quel campione di saliva recuperato dagli investigatori sul volto della povera Gilda (la fidanzata di Domenico) e sul marciapiedi dove presumibilmente vi fu una leggera colluttazione, potrebbe mettere gli investigatori sulle tracce dell’assassino che finora è rimasto nell’ombra.

L’assassino di Domenico Lorusso potrebbero avere quindi le ore contate. Sempre che, ovviamente, avesse un telefono cellulare. Ma per il pool di investigatori che sta lavorando al caso è giunto il momento di provare il tutto per tutto. E questo nonostante le tante polemiche che la decisione ha provocato. Il test del dna, infatti, in Germania è assolutamente volontario. Questa violazione non è quindi piaciuta molto ai cittadini di Monaco di Baviera. Il timore è anche quello che in questo modo si possa essere poi inseriti in una banca dati sempre a disposizione della polizia per i fini più diversi.

«Nulla di più falso – ha precisato la polizia – immediatamente dopo la verifica tutti i dati personali verranno distrutti.

Intanto in caserma è un via vai di persone, anche donne. E non perché si sospetti di una donna – precisa la polizia – ma perché ci sono nomi poco femminili. Nell’incertezza è finita tra i “chiamati” anche qualche donna. Un lavoro incessante, per dare un volto a quel brutale assassino. «La base giuridica per la prova in massa del Dna – ha detto il procuratore Thomas Steinkraus – è un ordine del Tribunale distrettuale di Monaco». Tutti i test verranno effettuati dai tecnici di  Medicina legale a Monaco di Baviera e in un grande laboratorio a Ebersberg. Normalmente un solo esame costa 75-80: e ci si è posti, quindi, anche un problema di costi. Per risparmiare, si stanno analizzando solo cinque caratteristiche del profilo del dna. Un’indagine che, così facendo, avrà un costo di circa 25 euro ciascuno. Così, solo quando la miniatura corrisponderà alle caratteristiche del reo, verranno effettuate tutte e 15 le caratteristiche del dna. Ma finora nessuna prova ha portati risultati positivi.

Domenico Lorusso fu ucciso mentre stava passeggiando in in bicicletta con la sua fidanzata lungo il fiume Isar. Il suo omicidio ha suscitato tanta commozione e rabbia non solo nella sua Potenza, ma anche a Monaco, la città che lo aveva adottato.

a.giacummo@luedi.it

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