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LONGOBUCCO (CS) – Ore drammatiche per la vertenza dei lavoratori del cantiere strada Longobucco Mare, licenziati dall’Impresa SoGeMi dal settembre 2012, collocati in mobilità e utilizzati in attività socialmente utili dal Comune. Gli operai minacciano di compiere gesti eclatanti di protesta. Solo dopo alcune mediazioni, gli operai sono scesi dal muro alto 40 metri. In particolare, la situazione si è sbloccata dopo la convocazione di un incontro venerdì, in Prefettura a Cosenza. 

Dopo essersi incatenati davanti al Municipio (LEGGI), stamani i manifestanti si sono legati con delle corde appesi sul ciglio del burrone sulla parete sinistra del torrente Macrocioli sita nei pressi della sede attuale del Comune e minacciano di darsi fuoco con della benzina. La situazione è stata seguita e monitorata momento per momento dai militari della locale Caserma dei Carabinieri, impegnati ad evitare che la situazione degeneri in atti pericolosi per l’incolumità dei lavoratori stessi. Il sindaco Stasi è stato i continuo contatto con la Prefettura fino a quando non è arrivata la confermata della convocazione di un tavolo di trattative tra i lavoratori, i sindacati e l’impresa. 

Intanto da Assindustria Cosenza è giunta la convocazione di un tavolo tecnico tra sindacati ed impresa. Incontro che i lavoratori rifiutano perché imputano proprio alla precedente riunione tenutasi nella sede di Assindustria l’inizio dei loro problemi essendo stati, a loro dire, costretti a firmare un accordo capestro a danno dei lavoratori. I lavoratori ritengono ingiusto e sbagliato il loro licenziamento in quanto il prosieguo dei lavori, tutt’ora in corso, del secondo stralcio IV lotto, doveva consentire il loro reintegro, così per come si era impegnata a fare l’impresa al momento del licenziamento.

 

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