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Si sono conclusi con sette condanne – a pene comprese tra un anno e otto mesi di reclusione e cinque anni e mezzo – oggi a Catanzaro, i giudizi abbreviati per gli imputati coinvolti nell’operazione «1981», scattata a Cosenza nel maggio 2010 nell’ambito dell’inchiesta sull’estorsione mafiosa subita dall’imprenditore Salvatore De Seta, titolare della «DSS» che opera ad Amantea (Cosenza), nel settore degli impianti di sicurezza. Il giudice dell’udienza preliminare distrettuale, Abigail Mellace, ha inflitto la pena più bassa – un anno e otto mesi, con concessione di tutti i benefici di legge – a Jolanda Zambon, di 48 anni, nota imprenditrice di Lucca, la sola per cui è caduta l’aggravante del metodo mafioso, ed a cui è stata riconosciuta l’aggravante della provocazione. Secondo l’iniziale impianto accusatorio, De Seta nel 2009 aveva svolto un lavoro di consulenza per un’azienda riconducibile all’imprenditrice lucchese, ricevendo in pagamento assegni e cambiali che, però, poi gli sarebbe stato imposto di non riscuotere da esponenti della ‘ndrangheta cui, sempre stando alle iniziali accuse, la Zambon si sarebbe rivolta. Il 13 maggio 2010, con l’operazione 1981, finirono in carcere Marco Piromallo, 43 anni, Francesco Suriano, 31 anni, l’imprenditore Marcello Marrelli, 47 anni, Raffaele Speranza, 47 anni, di Cosenza, Franco Germano, ex portiere, e Raffaello Zingone, entrambi di 47 anni. La Zambon fin dal principio si è detta vittima di una estorsione, ed aveva già denunciato un «comportamento persecutorio da parte di De Seta», ed il gup oggi ha trasmesso gli atti relativi alla Procura di Lucca perchè si verifichi il dovuto.

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