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Una nuova bufera giudiziaria si è abbattuta sul calcio italiano. Secondo quanto emerso dalle indagini esisterebbe un «secondo livello» che si occupava della serie A, composto da personaggi che ruotano attorno al mondo del calcio ben più famosi rispetto a quelli finiti in carcere e nel quale non è escluso vi possa essere il coinvolgimento della criminalità organizzata.
Gli inquirenti stanno lavorando per ricostruire con precisione cosa è accaduto in questi sei mesi e, soprattutto, in quelli precedenti la denuncia dell’ad della Cremonese Sandro Turotti, che ha dato il via all’indagine, e la convinzione di chi indaga, è che il sistema era ben collaudato e funzionava da tempo. Ci sono situazioni, scrive non a caso il Gip Guido Salvini nell’ordinanza con cui ha disposto l’arresto per 16 tra calciatori, ex calciatori (tra cui il bomber azzurro Beppe Signori), titolari di agenzie di scommesse e scommettitori, «che pongono dubbi e implicano verifiche».
Con i campionati di B e Lega Pro finiti nella bufera, ma ancora in corso, l’inchiesta sportiva sul terremoto scatenato dal nuovo scandalo delle scommesse fa già i primi passi: dopo l’apertura d’ufficio del fascicolo, il procuratore della Figc Stefano Palazzi ha chiamato il pm di Cremona per avere quanto prima gli atti.
Tra le gare nel mirino degli inquirenti anche Benevento-Cosenza, giocata al Santa Colomba il 28 febbraio 2011, che secondo gli investigatori sarebbe stata truccata. Non sarebbero emersi elementi di prova contro giocatori o dipendenti della società bruzia, ma di loro si parla in diverse telefonate intercettate. Si parla di 20mila euro che sarebbero andati a quattro giocatori, con il portiere che avrebbe addirittura chiesto un pagamento anticipato. Ma tutto è ancora da provare.
Mentre delle ipotesi di reato legate all’incontro devono risponderne per ora sette persone. Si tratta di Marco Paoloni, Francesca La Civita, Marco Pirani, Massimiliano Erodiani, Gianluca Tuccella, Vincenzo Sommese e Gianfranco Parlato. Secondo il gip Guido Salvini, i sette «in concorso tra loro, offrivano o promettevano denaro, e comunque compivano atti fraudolenti diretti ad ottenere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento dell’incontro di calcio Benevento-Cosenza, in modo da raggiungere il risultato finale della vittoria del Benevento con la segnatura di almeno 3 goal (OVER), risultato puntualmente verificatasi (3-1), conforme alle scommesse effettuate.
A tal fine venivano compiute, tra l’altro, le seguenti attività fraudolente tendenti alla manipolazione del risultato: Marco Paoloni, portiere del Benevento, in pieno accordo con Pirani ed Erodiani, assicurava la sua piena disponibilità e quella di quattro non meglio identificati giocatori del Cosenza, che a loro volta assicuravano al predetto la piena disponibilità a perdere, pretendendo la somma complessiva di 100.000 euro, poi ridotta dall’Erodiani, emergendo la cointeressenza all’evento truccato di Tuccella e di Sommese, che venivano informati dal Pirani in tempo reale del raggiungimento dell’obiettivo».
Marco Paoloni, secondo l’ipotesi accusatoria «influiva direttamente sul risultato delle partite combinate alle quali ha partecipato con prestazioni scadenti, o avvicinava giocatori della sua o delle squadre avversarie, o persone alle stesse collegate, o calciatori di altre squadre impegnati nelle partite comunque oggetto delle scommesse, per corromperli, ai fini del raggiungimento del risultato voluto».
Marco Pirani, medico odontoiatra della provincia di Ancona, «organizzava unitamente ad Erodiani, col quale era a tal fine in contatto quotidiano, l’intera rete di rapporti stabili diretti alla manipolazione delle partite di calcio, con riferimento alle quali si poneva anche come finanziatore e scommettitore».
Massimo Erodiani, è indicato dai magistrati come «organizzatore, unitamente al Pirani, dell’intera rete di rapporti stabili diretti alla manipolazione delle partite di calcio, avendo nella disponibilità una serie di esercizi per la raccolta delle scommesse sportive, e in particolare facendo capo all’Agenzia ubicata in Pescara, di fatto gestita da Francesca La Civita Francesca, e ad una tabaccheria a San Giovanni Teatino, raccoglieva e gestiva i fondi destinati alle scommesse», La Civita, titolare di agenzie di scommesse a Pescara ed Ancona, «la cui gestione è sostanzialmente riconducibile ad Erodiani, si adoperava concretamente nel ricevere le somme di denaro fornite da Pirani poi utilizzate nell’attività delle scommesse sportive».
E sulla sconfitta del Cosenza, con più di tre reti segnate (Over 3,5), hanno scommesso Gianfranco Parlato, collaboratore tecnico della società “F.C.Esperia Viareggio”; Vincenzo Sommese, calciatore professionista, già capitano dell’Ascoli, indicato come «elemento stabile dell’organizzazione»; Gianluca Tuccella, portiere della Società “Cus Chieti” militante nel campionato di Serie “A2” di calcio a 5. Tuccella secondo quanto emerge dall’ordinanza del gip «ha intrattenuto contatti telefonici riconducibili alla manipolazione di eventi calcistici con Marco Pirani, inquadrandosi come un pedina stabile dell’organizzazione». «In particolare – scrive il giudice per le indagini preliminari – scommetteva sulla partita Benevento-Cosenza, ricevendo rassicurazioni dal Pirani sul buon andamento della partita».
Dalle telefonate finite nel faldone di intercettazioni in mano ai magistrati della Procura lombarda, emergerebbe un contatto diretto del portiere del Benevento con i giocatori del Cosenza calcio. Paoloni avrebbe ricevuto la “chiamata” dei giocatori del Cosenza che «non sono pagati da ottobre» e per questo disposti a vendersi pur di incassare. Uno, sarebbe il contatto diretto col portiere del Benevento («del suo stesso paese»), e quattro sarebbero i calciatori della società silana disposti a truccare la gara. Decisa la somma da versare in ventimila euro totali, dalle telefonate tra il portiere, Erodani e Pirani, emerge che «il numero uno» del Cosenza avrebbe chiesto di essere pagato prima degli altri. Poi l’incontro, che il portiere dice di avere a Napoli (ma che non risultata dalle intercettazioni), con il referente dei silani, e il pagamento. Alla fine la gara termina 3-1 per il Benevento: 1 fisso e Over 3,5. A fine partita il tecnico silano Gigi De Rosa aveva dichiarato: «Il risultato è bugiardo per quanto espresso dalla mia squadra sul terreno di gioco. Purtroppo siamo stati ingenui in occasione delle tre reti subite. Non si possono commettere errori simili in partita e noi invece abbiamo proprio fatto tutto ciò». Va sottolineato che negli atti giudiziari ci sono anche telefonate intercettate tra Paoloni e l’attaccante rossoblù Raffaele Biancolino, ma che la stessa Procura della Repubblica di Cremona, non lega alla vicenda. I due nelle conversazioni registrate parlano di scommesse, ma si tratta di altre scommesse che nulla hanno a che fare con questo nuovo scandalo del mondo del calcio.

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