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CROTONE – Si è concluso con sette condanne scontate, e poi nove condanne, un proscioglimento e sette assoluzioni confermate il processo d’appello per i presunti affiliati alle cosche Arena e Nicoscia del Crotonese, coinvolti nell’operazione «Pandora», che in primo grado scelsero il rito abbreviato. La Corte d’assise d’appello di Catanzaro, oggi pomeriggio, ha parzialmente modificato la sentenza emessa dal giudice dell’udienza preliminare distrettuale il primo luglio del 2011, conclusosi con 14 condanne e 12 assoluzioni (cinque posizioni non sono arrivate in secondo grado). I giudici hanno scontato le pene per Antonio Manfredi (33 anni), da quattro anni di reclusione a tre anni e 6 mesi; Salvatore Campicchiano, da quattro anni di reclusione a 3 anni e 4 mesi e 800 euro di multa; Francesco Fazio da due anni di reclusione a 8 mesi; Luigi Foschini da quattro a tre anni di reclusione e 1200 euro di multa; Antonio Gualtieri a nove anni di reclusione; Vincenzo Marino da sei mesi a tre mesi.
Condanne confermate per Salvatore Nicoscia (già condannato a 12 anni di reclusione per associazione mafiosa e droga, ma non per omicidio); Pasquale Buonvicino (già condannato a sei mesi di reclusione); Paolo Corda (che ha avuto sei anni e sei mesi); Salvatore Nicoscia (che ha avuto dodici anni); Antonio Nicoscia (che ha avuto dieci anni); Giuseppe Paparo (che ha avuto quattro anni); Salvatore Procopio (che ha avuto un anno ed un mese di reclusione); Michele Pugliese (che ha avuto dieci anni); Dario Giuseppe Rosini (che ha avuto due anni di reclusione). Confermato il non luogo a procedere nei confronti di Domenico Nicoscia di 33 anni, e le assoluzioni di Antonio Astorino, Radames Mancuso, Antonio Manfredi di 39 anni, Domenico Nicoscia di 49 anni, Giuseppe Nicoscia, Paolo Ricciu, Nicola Tornicchio. Le persone coinvolte nel processo furono arrestate nell’ambito dell’operazione «Pandora», condotta dalla polizia di Stato, e che portò alla luce nel 2009 i motivi alla base dello scontro fra le due cosche. (gli imputati sono stati assistiti da un collegio difensivo composto tra gli altri dai penalisti, Antonietta Denicolò, Paolo Carnuccio, Salvatore Staiano, Aldo Truncè, Luigi Colacino; Luigi Villirilli, Rocco Corda, Salvatore Staiano; Gregorio Viscomi).

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