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POLISTENA – La lunga bandiera con i colori dell’arcobaleno quest’anno, in occasione della XXV edizione della marcia della pace, è stata portata da decine di immigrati che vivono tra Rosarno e Gioia Tauro nelle baraccopoli o in ricoveri di fortuna. L’edizione di quest’anno del tradizionale appuntamento di capodanno era infatti dedicata a loro e ai problemi dell’accoglienza. Loro che ancora oggi vivono in condizioni miserevoli e di estrema povertà.

Lungo le vie di Polistena i migranti hanno gridato “pace, lavoro, documenti”, quasi per rivendicare i diritti di cittadinanza in un territorio come quello della piana di Gioia Tauro, dove i flussi di migrazione li fanno arrivare come in una transumanza stagionale, per cercare lavoro nella raccolta di arance e mandarini.

Prima della marcia, c’è stata la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo della diocesi di Oppido Palmi, monsignor Francesco Milito, che ha ancora una volta lanciato provocazioni alle istituzioni, invitandole a intervenire per alleviare le sofferenze «di questi nostri fratelli che vengono nel nostro territorio in pace e alla ricerca di un lavoro e che fuggono da luoghi ancora più poveri di questo, devastati dalle guerre e dalle carestie».

Monsignor Milito ha anche chiesto di far presto per usare i fondi offerti dalla diocesi e dalla Caritas italiana e per allestire le nuove tende messe a tisposizione dal prefetto di Reggio Calabria. In piazza, invece, al termine del corteo ci sono stati l’intervento di don Ennio Stamile, già delegato regionale della Caritas calabrese, e del responsabile dell’ufficio nazionale Cgil per l’immigrazione, Jean René Bilongo: «I volti degli immigrati – è stato ricordato – portano in sé speranze di vita che non possono essere tradite».

Particolarmente soddisfatto per la riuscita dell’inziativa e per i contributi portati don Pino Demasi, responsabile di Libera Calabria e vicario generale della diocesi di Oppido-Palmi. E’ stato lui che ha ispirato la marcia della pace ed è lui che continua a promuovere un vasto movimento di sensibilizzazione e impegno che comprende ampi settori della società civile.

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