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COSENZA – La conferma della condanna di primo grado è stata chiesta oggi dalla pubblica accusa nell’ambito del processo d’appello a carico di padre Fedele Bisceglia e del segretario di quest’ultimo, Antonio Gaudio, accusati di violenza sessuale ai danni di una suora. Un’accusa per la quale padre Fedele, noto per il suo impegno come missionario in Africa e come leader degli ultrà del Cosenza, finì in carcere nel gennaio del 2006, e fu rinviato a giudizio assieme a Gaudio il 9 gennaio del 2008. Il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Raffaela Sforza, ha chiesto alla Corte d’appello di lasciare immutata la pronuncia emessa il 6 luglio 2011 dal tribunale collegiale di Cosenza, che ha inflitto nove anni e tre mesi di reclusione a padre Fedele, e sei anni e tre mesi a Gaudio. Dopo la requisitoria del pg è stata la volta dell’arringa del difensore di padre Fedele, l’avvocato Eugenio Bisceglia, che ha depositato anche una memoria di circa 200 pagine che, a detta della difesa, minerebbe la credibilità della suora che lo accusa di averla violentata. Il processo di secondo grado è stato infine rinviato al prossimo 3 dicembre per la discussione del difensore di Gaudio e la sentenza. La conferma della condanna di primo grado è stata chiesta oggi dalla pubblica accusa nell’ambito del processo d’appello a carico di padre Fedele Bisceglia e del segretario di quest’ultimo, Antonio Gaudio, accusati di violenza sessuale ai danni di una suora. Un’accusa per la quale padre Fedele, noto per il suo impegno come missionario in Africa e come leader degli ultrà del Cosenza, finì in carcere nel gennaio del 2006, e fu rinviato a giudizio assieme a Gaudio il 9 gennaio del 2008. I legali di parte civile, l’avvocato Marina Pasqua, per la suora vittima delle violenze, e l’avv. Amelia Ferrari, per il centro antiviolenza ‘Lanzino’ di Cosenza, nei loro interventi hanno sostenuto che tutti gli argomenti che hanno portato all’appello della difesa sono stati già affrontati nel corso del processo di primo grado. 

«Sono tranquillo e sereno». Ha detto padre Fedele Bisceglia al termine della prima udienza del processo d’appello che lo vede imputato con il suo ex segretario Antonio Gaudio, accusati di violenza sessuale nei confronti di una suora. Padre Fedele ha partecipato all’udienza del processo d’appello, in corso a Catanzaro, restando seduto sul banco degli imputati e continuando a pregare, sgranando il rosario. Al termine dell’udienza, durante la quale il Pg ha chiesto la conferma della condanna di primo grado per i due imputati, l’ex frate ha affermato: «Sono fiducioso nella giustizia. Sono gli altri, invece, che devono aver paura del giudizio di Dio. Io seguo Gesù Cristo, il quale ha detto che i perseguitati saranno beati».  Gli avvocati di parte civile hanno infine sostenuto che la memoria difensiva è inammissibile.

 

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