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ROSARNO (Reggio Calabria)  – Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno, il centro del Reggino di cui è originario Luigi Preiti, il muratore responsabile della sparatoria di domenica scorsa davanti Palazzo Chigi, ha telefonato a Martina Giangrande, figlia di Giuseppe Giangrande, il brigadiere dei carabinieri rimasto ferito in modo grave. «Ho telefonato alla figlia del brigadiere ferito – ha detto il sindaco Tripodi – per esprimerle la solidarietà della mia città e del Consiglio comunale e per augurare una pronta guarigione al suo papà. La ragazza si è mostrata sorpresa ma anche molto contenta della mia telefonata e mi ha anche detto che il papà stava un pò meglio, anche se resta in prognosi riservata».  

In effetti, i medici hanno prorogato la prognosi riservata per altre 48 ore, in attesa di vedere le reazioni cliniche del carabiniere.   

«È stato un dialogo molto carino – ha concluso il sindaco di Rosarno – durante il quale abbiamo preso l’impegno che, non appena il brigadiere starà meglio, saremo contenti di incontrarlo per esprimergli tutta la nostra vicinanza e solidarietà».

IL GIUDICE

 La volontà omicida di Luigi Preiti è confermata dal fermo immagine in cui è ritratto con la pistola orientata ad altezza d’uomo, ed a distanza ravvicinata, verso il brigadiere Giuseppe Giangrande. È quanto scrive, in sostanza, il gip Bernadette Nicotra nell’ordinanza di custodia cautelare, una ventina di pagine, emessa nei confronti dell’autore della sparatoria avvenuta davanti Palazzo Chigi domenica scorsa.

Il gip, in pratica, ha fatto proprie le argomentazioni del procuratore Pierfilippo Laviani e del sostituto Antonella Nespola. Ma la posizione di piazzale Clodio, in particolare per quanto concerne la volontà di uccidere, non è condivisa dagli avvocati Raimondo Paparatti e Mauro Danielli, difensori di Preiti, secondo i quali la dinamica dei fatti non è ancora chiara. I due legali hanno annunciato che valuteranno ora se impugnare l’ordinanza davanti al tribunale del Riesame e nel frattempo hanno chiesto di acquisire il video dal quale è stato tratto il fermo immagine giudicato determinante per la qualificazione delle responsabilità dell’indagato.

Preiti, oggi, ha ricevuto la visita di Danielli il quale gli ha portato un paio di occhiali da lettura. L’intenzione del piastrellista calabrese sarebbe quella di scrivere alcune considerazioni su quanto avvenuto. Preiti, sottoposto anche ad una visita psichiatrica, si è anche lamentato del trattamento farmacologico al quale è sottoposto per gli effetti che questo determina.

LA SCRITTA

La Digos della questura di Verona sta indagando sulla scritta inneggiante a Luigi Preiti, il muratore di origine calabrese che domenica ha sparato di fronte a palazzo Chigi a due carabinieri, ferendone uno gravemente. La scritta “Siamo tutti Preiti” è comparsa sul muro di un palazzo accanto al Teatro Romano. La scritta non ha nessuna firma. Nei giorni scorsi a Padova era comparsa la scritta “Luigi Preiti sei uno di noi, pagherete caro”, con una A cerchiata malamente.

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