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POTENZA – Trasformare il Cie di Palazzo San Gervasio in un Centro di accoglienza plurimo per migranti, con circa 180 posti letto previsti. Per farlo ci vuole un accordo al Ministero dell’Interno, a cui hanno dato già il proprio assenso sia il presidente Pittella, che il viceministro Bubbico. E data la situazione di emergenza in cui si trova l’Italia, la firma potrebbe arrivare a breve.
Nel frattempo, il dibattito politico sulla disponibilità dichiarata dal governatore a raddoppiare il numero degli arrivi tiene banco. Una linea, quella di Pittella, ripetuta anche ieri nel corso di un incontro in Regione sulle politiche di accoglienza, a cui hanno preso parte le due facce delle stessa medaglia: gli emigrati in Argentina del gruppo folkloristico lucano e una delegazione di migranti del Nord Africa presenti in Regione. Il presidente – dopo aver osservato un minuto di silenzio per le vittime di domenica scorsa – ha ricordato che si sta lavorando per trasformare l’ex Centro di identificazione e di espulsione di Palazzo San Gervasio in un Centro di accoglienza «di tutto rispetto, per ospitare fino a duecento migranti».
E, sempre ieri, sulla questione è intervenuto anche il segretario regionale del Partito democratico lucano, Antonio Luongo che ha voluto esprimere pieno sostegno alla linea del governatore. «Condivido pienamente – ha detto – l’assunto secondo cui se c’è una guerra da combattere e vincere è quella contro la povertà, da un lato, e contro l’egoismo, il cinismo e la facile demagogia politica, dall’altro, tanto in Italia quanto in Europa. Dare la propria disponibilità a raddoppiare, al termine di un percorso programmato con Ministero dell’Interno, Prefetture e Comuni il numero dei migranti attualmente ospitato sul territorio regionale è un primo atto responsabile, civile e praticabile». Questo per fare in modo che la Basilicata sia una “vera regione pilota” nel campo dell’accoglienza, anche attraverso «la collaborazione, il coraggio e la passione» – ha ricordato Luongo – di tanti sindaci, amministratori locali, Caritas, Cri, associazioni di volontariato e Anisap, che ha già dichiarato la sua fattiva solidarietà». Per il segretario dei democratici un primo concreto segnale operativo potrà essere lanciato nelle prossime ore attraverso l’accordo Regione-Ministero Interno. «Non possiamo più continuare a esprimere una solidarietà generica e inconcludente, ma abbiamo tutti il dovere, nell’ambito delle rispettive responsabilità, di fare qualcosa di concreto», conclude Luongo.
Va all’attacco, invece, il consigliere e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Gianni Rosa: «Quelli di Pittella sono i soliti proclami. Ma siamo in grado di accoglierli? Quanti posti sono disponibili in Regione? Quante sono le strutture temporanee? Da chi sono gestite? Cosa fanno gli immigrati accolti dai Lucani? Quali sono le politiche di integrazione? Come il raddoppio degli immigrati si concilierà con l’arrivo a breve dei lavoratori stagionali extracomunitari?». Domande che Rosa ha posto al presidente della Regione con un’interrogazione urgente.
«Certo. Noi siamo i razzisti. Ma i conti non tornano». Rosa ricorda che Il Piano per l’accoglienza dei migranti 2011 prevedeva, per la Lucania, una quota massima di immigrati da assistere di 476 unità su 50.000, in base ad un coefficiente calcolato sulla percentuale di abitanti lucani in rapporto alla popolazione nazionale. In pratica 0,95% del totale dei migranti. Al 30 dicembre 2014, su un totale di 66.066 migranti (circa 16.000 in più) la Lucania acconsente già al raddoppio, accogliendo 857 unità. A febbraio 2015, gli immigrati presenti in Basilicata risultano essere 898 su 67.128. «Raddoppiare ulteriormente – aggiunge Rosa – significa raggiungere i livelli di Regioni quali il Veneto, che si è espresso con un secco no all’ulteriore accoglienza di immigrati e che ha più di 4 milioni di abitanti e la Toscana che ne ha poco meno di 4. Regioni che, però, hanno, rispettivamente, 111 e 144 strutture temporanee di accoglienza. La Basilicata ne ha 9».
E conclude: «Noi siamo i razzisti, ma prima di dire sì vogliamo essere sicuri che la Lucania ed i lucani possano sopportare e supportare il raddoppio delle presenze degli immigrati».

marlab

m.labanca@luedi.it

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