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MATERA – Ristampare un libro fotografico non sempre rappresenta una replica a fini commerciali.
Per fortuna.

Lo dimostra l’esperienza di straordinario valore rappresentata da Matera Cityscape. La ricerca della luce, avviata a Matera nel 2003 dall’architetto-fotografo Nico Colucci insieme ad Alberto Giordano, assume i contorni del lavoro documentaristico se confrontata alle immagini a colori che compongono oggi la seconda parte del libro che ha condotto alla sua riedizione.

L’operazione si trasforma nell’itinerario dall’utopia alla realtà, dall’immaginario alla concretezza che non sempre, però, offre valutazioni positive.

Per questo la lettura delle testimonianze contenute nel libro assume un contenuto ancora più profondo e per molti versi anche destabilizzante. Lo è nella considerazione che riguarda ciò che si sarebbe potuto fare e non si è fatto, e in quella finale e ineludibile di ciò che non è stato e non sarà.

Il valore di questa pubblicazione che contiene testi e interventi di Mario Cresci, Renzo Piano, Thomas Herzog, Tonio Acito, Marta Ragozzino, Armando Sichenze, Raffaello De Ruggieri, Susumu Shingu, Lawrence Halprin, sta nel racconto dell’evoluzione di un territorio che le immagini descrivono, alternando bianco e nero al colore anche nei testi integrati in uno straordinario progetto grafico affidato a Leonardo Sonnoli.

In fondo un lavoro corale che affida alle foto di Colucci, il racconto di Matera con una sorta di sottofondo emotivo e culturale composto dalle opinioni di grandi esponenti dell’architettura e dell’arte.
«Un’operazione delicata, lontana dal roboante uso che si fa da qualche anno della fotografia – spiegano Giordano e Colucci descrivendo lo spirito della pubblicazione – Specialmente quella martellante sui social media e sulla rete internet in generale. Un ritorno alla fotografia vera, quella da meditazione».

«Questo libro fotografico – scrive Mario Cresci che ai Sassi e Matera ha dedicato gran parte del suo lavoro di fotografo – rimuove il tempo e lo spazio dei ricordi, coniuga anche due persone di due generazioni diverse e le avvicina sul piano del rispetto, della stima e di una reciproca amicizia, ma è soprattutto un documento da leggere e da studiare per riaccendere un interesse culturale di cui si sente il bisogno e l’urgenza».

Il percorso che Matera Cityscape consente di compiere è accompagnato dalle parole di chi, alla città fu legato non solo dall’idea di sperimentare, ma anche dall’affetto filiale del nativo. L’architetto Tonico Acito, intervistato da Alberto Giordano, spiega così, tra l’altro il suo approccio agli antichi rioni. «Avevo studiato Quaroni, Piccinato, i quartieri della legge di sfollamenti dei Sassi, mi ero compiaciuto di leggere Matera sul manuale di Leonardo benevolo; non mi restava per appagare la delusione per la mia nuova Matera, per non deludere la mia ideale inquietudine ribelle post universitaria, che cercare di occuparmi di restauro e riqualificazione».

E’ di quel periodo, a cavallo degli anni ‘80, l’impresa che la città ricorda ancora: l’arrivo di Renzo Piano che avvia con Alberto Giordano una lunga conversazione sul destino dei Sassi quanto mai attuale e per questo ancora più unica se letta con lo sguardo e l’animo attuale.

«Bisogna aver paura di fare dei Sassi un presepe – aveva detto il celebre architetto, ricordando – Ci era stata assegnata una piccola porzione a ridosso della Civita, partendo da Palazzo Venusio, poco distante dalla Cattedrale. Il progetto può essere ricondotto a diversi temi di ricerca. Uno di carattere più urbanistico, che cercava di risolvere i problemi di accesso e di vivibilità. Come arrivarci senza tradire l’anima dei Sassi, ma anche evitando l’invasione delle auto che si vede oggi. Sia chiaro. Non si può solo vietare. Bisogna anche provvedere. Non si può dire che nei Sassi non si va con le auto se non si sono previsti modi facli per raggiungere i diversi luoghi. E noi avevamo previsto di poter inserire degli ascensori, scavati nella roccia, invisibili. D’altra parte il tagliare, lo scavare, il bucare non era un sacrilegio, ma una tecnica sempre adoperata a Matera. Un lavoro su come rendere vivibili e fruibili oggi gli ambienti».

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