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CATANZARO – Un soffio di Hollywood nella città del Vento. Orgogliosamente di Brooklyn ma per metà italiano Paul Sorvino porta il cinema americano a Catanzaro. Il film ispirato al capolavoro cinematografico di Mario Monicelli, “Amici miei”, sarà girato – in parte – nei Tre Colli. Quel bravo ragazzo di cui Martin Scorsese parlava in uno dei suoi capolavori lo dice come se fosse la cosa più ovvia del mondo. In realtà lascia a bocca aperta i tanti amministratori, dipendenti e giornalisti assiepati nella stanza del sindaco per salutare il prefetto, Antonio Reppucci, e conoscere più da vicino Henry Kissinger ne Gli intrighi del potere. 

Da ormai diversi giorni si aggira tra i vicoli e le viuzze di Catanzaro come un turista qualsiasi. Cosa l’ha fatta innamorare di Catanzaro? 
«La gente». 
Era già stato in Calabria? 
«Mai. Questa è stata la prima volta». 
Dopo questa visita a Catanzaro ha intenzione di ritornarci? 
«Si. Giriamo un film qui a Catanzaro». 
Ha già il titolo? Ce lo puo’ svelare? 
«Si chiama “Una volta di più”». 
Non è uno scherzo vero? 
«Assolutamente no. Nel tour con il sindaco Abramo, abbiamo cercato la locazione. La location, sorry. Ed abbiamo trovato tante cose bellissime». 
Proprio a Catanzaro? 
«A Catanzaro e dintorni». 
Chi sarà il regista? 
«Io sono regista e sceneggiatore. Forse in scena ci saranno Robert De Niro, Al Pacino ed io stesso». 
Qualche giorno fa ha partecipato alla festa della Madonna di Porto Salvo, salendo sull’imbarcazione insieme alle autorità locali. Cosa le lascia questa esperienza? 
«E’ stata un’esperienza meravigliosa. Ho anche diretto la banda. Quando il maestro si è accorto che mi piaceva la musica, ha subito proposto un bis per me. Beautiful! La Madonna, tutto beautiful!». 
Saprà perfettamente che la Calabria e il Sud in generale hanno ancora tanti problemi da risolvere. 
 «Specialmente l’economia». 
 E’ molto informato, quindi. 
«Certo. Ma ci tengo a dire che è un problema diffuso in tutto il mondo. Qui, forse, è un po’ più grave. Non ci sono abbastanza opportunità per i giovani». 
E’ però una terra molto bella. Troppo spesso noi calabresi ce lo dimentichiamo. Ha avuto anche lei questa sensazione? 
«E’ una terra bellissima. Forse ha ragione. A volte deve venire uno straniero per dire: questa terra è bella». 
Sua figlia Mira e i suoi splendidi nipotini, sono già partiti? 
«Si, già da qualche giorno». 
 Cos’ è la famiglia per lei? Cosa rappresenta? 
 «La famiglia è tutto». 
 C’è un messaggio con cui vuole salutare i catanzaresi e i calabresi? 
 «Due parole: io ritorno». Poi Sorvino si ferma. Ce lo ripete in inglese: «I shall return. Bye, bye».
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