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di PARIDE LEPORACE

LA crisi vive tra noi. Il governo Monti per tanti è un rospo da baciare per condizioni interne ed esterne. La vicenda nazionale ed europea rimescola carte e si riversa sulle vite di donne e uomini. Sulla Basilicata ha un effetto dirompente e forse acceleratore della crisi politica che si avvita a quella economica. Oggi a Melfi, luogo simbolico del postfordismo meridionale, il Pd nella sua operazione d’incontro con il suo popolo parlerà di sviluppo industriale. Lo farà senza dare ruolo ufficiale al suo azzoppato assessore Erminio Restaino. I fatti sono noti e raccontati come è noto ai lettori solo da questa testata. La nuova risposta ufficiale dell’assessore rimasto impigliato nell’inchiesta Fenice è coerente con l’intemerata neorealista dell’ultima drammatica direzione regionale del Partito Democratico. Quella sera, nero su bianco si manifestò l’opera della procura parallela, sorta di servizio interno del potere regionale e ogni gioco di corridoio veniva ufficializzato nella sua nudità. Ora invece il Pd diventa per voce di Restaino “truogolo”. Una mangiatoia. Manca solo Nanni Moretti che esclama: “Continuiamo così, facciamoci del male”.
Le malattie della globalizzazione stanno rendendo deboli i partiti di plastica del XXI secolo a livello europeo. Decisioni epocali vengono assunte nel corso di una notte. Governi eletti dal popolo sono costretti ad abdicare agli uomini sobri dal pugno di ferro. Il presidente Vito De Filippo e il segretario regionale del Pd Roberto Speranza hanno adottato una risoluzione dilatoria della crisi abbastanza folle. Far decantare il conflitto in attesa dell’approvazione della finanziaria regionale e poi avviare una verifica da Prima repubblica. Il risultato è che più passano i giorni, più i pozzi si avvelenano.
A qualcuno sfugge che sempre più i giornali in Italia hanno in larga parte un ruolo di antagonisti critici della politica. Opinione pubblica e partiti sono spesso in dissenso. E’ quello che inizia a percepire il Pdl lucano oggi al bivio di scelte epocali. A Roma per il momento sostiene lo stesso governo dei suoi avversari. Gli equilibri interni sono chiamati alla conta di un congresso vero e vibrante. Ancora una volta Andrea Di Consoli con un articolo è stato in grado di far emergere prospettive e incertezze. Gianni Rosa il duro e Pagliuca il moderato prendono la parola offrendo le loro ragioni. Siamo lieti di offrire questa possibilità di confronto ad un raggruppamento che ha bisogno di discutere e combattere molte contraddizioni.
Oggi c’è bisogno di sguardi alti sulla politica. Continuo a condividere le tesi di Egidio Digilio. Forse il senatore è facilitato dal non avere consiglieri regionali e di essersi mosso per tempo fuori dall’icona berlusconiana, ma bisogna dire che quella destra, da tempo, grazie a persone come Angela Napoli, Fabio Granata, Flavia Perina ha tratti di buon senso politico. Per me buon senso politico significa bene comune. Venerdì prossimo a Matera, un’associazione culturale vicina a Enzo Santochirico, propone una discussione sul libro “Beni comuni, un manifesto” scritto da Enzo Mattei. Essendo invitato a parlare, porterò un contributo attivo sulle questioni qui accennate, ma l’iniziativa più significativa l’ha lanciato qualche giorno fa il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Appuntamento nella sua città il 28 gennaio dato ad amministratori, movimenti, associazioni e cittadini per discutere insieme come uscire dalla crisi e economica e politica. La Basilicata aderirà?

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