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Roma, 4 dic. – Operazione della Polizia Postale e delle Comunicazioni che ha condotto all’arresto di tre persone e ritenute responsabili dei reati di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico audio e video. Numerose le perquisizioni. Le indagini sono state eseguite da personale del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, che si è avvalso della collaborazione dei Compartimenti delle Regioni di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria e Veneto. (AGI)
(AGI) – Roma, 4 dic. – Sono stati denunciate anche 53 persone ed eseguite perquisizioni nel corso delle quali sono stati sequestrati 82000 Gb di materiale pedopornografico e con essi diverse migliaia di altri dello stesso genere: 3.500 video e 11.500 immagini decisamente raccapriccianti. Colpisce l’età delle giovani vittime, tutte al di sotto dei 10 anni, alcune evidentemente al di sotto dei cinque, ma anche l’assoluta eterogeneità degli indagati, che hanno età compresa tra i 25 ed i 75 anni, che esercitano professioni e mestieri disparati e che appartengono a tutte le classi sociali. Le indagini sono scaturite dalla collaborazione con la Polizia Criminale Tedesca di Hannover che aveva fornito al Compartimento di Roma vari indirizzi IP riconducibili ad altrettanti utenti italiani che avrebbero effettivamente condiviso, divulgato e detenuto diversi filmati digitalizzati nei quali sarebbero stati coinvolti soggetti femminili e maschili, tutti minori, ripresi nel consumare rapporti sessuali completi con adulti. (AGI)
(AGI) – Roma, 4 dic.- I primi accertamenti consentivano di risalire a decine di utenze telefoniche, associate agli indirizzi IP dai quali risultavano effettuati i collegamenti ad un noto software per l’acquisizione dei files. 
Ulteriori approfondimenti sugli intestatari delle linee telefoniche hanno permesso di appurare che una parte di loro aveva effettivamente condiviso e acquisito intenzionalmente i files di chiara natura pedopornografica. Con l’attività di analisi sul materiale sequestrato si potrà tentare di identificare, attraverso l’uso di sofisticati software ed in stretta collaborazione con gli organi investigativi stranieri, che hanno dato la totale disponibilità, i minori coinvolti.

HA coinvolto la Calabria insieme ad altre 14 regioni italiane l’operazione della Polizia Postale e delle Comunicazioni che ha condotto all’arresto di tre persone ritenute responsabili dei reati di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico audio e video. Numerose le perquisizioni. 

 

Sono state denunciate anche 53 persone ed eseguite perquisizioni nel corso delle quali sono stati sequestrati 82mila gigabyte di materiale pedopornografico: 3.500 i video e 11.500 immagini che gli inquirenti hnno definito “decisamente raccapriccianti”. Colpisce l’età delle giovani vittime, tutte al di sotto dei 10 anni, alcune evidentemente al di sotto dei cinque. Ed è significativa, da quello che si legge nelle carte dell’inchiesta, anche  l’assoluta eterogeneità degli indagati, che hanno età compresa tra i 25 ed i 75 anni, che esercitano professioni e mestieri disparati e che appartengono a tutte le classi sociali.

Il blitz è scaturito da una segnalazione fornita dalla polizia criminale tedesca di Hannover che aveva indicato al Compartimento di Roma vari indirizzi internet riconducibili ad altrettanti utenti italiani che avrebbero effettivamente condiviso, divulgato e detenuto diversi filmati digitalizzati nei quali sarebbero stati coinvolti soggetti femminili e maschili, tutti minori, ripresi nel consumare rapporti sessuali completi con adulti. Da lì l’inchiesta si è allargata fino a richiedere la collaborazione dei Compartimenti delle Regioni di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria e Veneto.

I primi accertamenti consentivano di risalire a decine di utenze telefoniche, associate agli indirizzi IP dai quali risultavano effettuati i collegamenti ad un noto software per l’acquisizione dei files. Ulteriori approfondimenti sugli intestatari delle linee telefoniche hanno permesso di appurare che una parte di loro aveva effettivamente condiviso e acquisito intenzionalmente i files di chiara natura pedopornografica. Con l’attività di analisi sul materiale sequestrato si potrà tentare di identificare, attraverso l’uso di sofisticati software ed in stretta collaborazione con gli organi investigativi stranieri, che hanno dato la totale disponibilità, i minori coinvolti.

 

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