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“MATERA non può diventare un luna park, non possiamo presentarci ad appuntamenti importanti come la capitale della cultura senza disincentivare i bivacchi. Io capisco le obiezioni a queste scelte e auspico un confronto, un dibattito su questi temi affinchè ci sia una reazione positivi e scaturisca quel senso civico necessario per superare i problemi”.

Salvatore Adduce spiega la sua ordinanza sugli alcolici, commenta le decisioni prese in Prefettura sugli schiamazzi notturni ma non fa passi indietro consapevole del problema, della questione ma anche convinto che la strada intrapresa sia quella giusta.

Una strada che non è iniziata certamente oggi visto che l’ordinanza sugli alcolici in particolare risale ad almeno quattro anni fa e che comunque un’attenzione particolare per questo tipo di situazioni si addensa indietro nel tempo anche alle precedenti amministrazioni.

Certo in un’epoca diversa e con una città che tutto riusciva a fare ma che non aveva ancora intrapreso in maniera così convinta la strada dello sviluppo turistico legato anche alla cultura.

Il sindaco racconta: «proprio ieri sera ho fatto una lunga discussione privata su facebook con una ragazza che mi chiedeva come si fa a diventare capitale della cultura se poi non si può stare fuori da nessuna parte la sera.  In realtà non è impedito nulla, non certo di star fuori la sera» spiega ancora Adduce.

«L’unica cosa che si fa con una certa forza è quella di evitare una proliferazione di posti in cui si accalchino le persone, si lasci del vetro per strada e magari si usino strade e vicoli per i propri bisogni senza un minimo di garanzia igienica.  Noi dobbiamo tutelare la nostra città, proteggere il nostro patrimonio così come succede in qualsiasi altra città. Qui non si tratta di proibizionismo ma di uso del vetro senza alcun controllo, ci sono elementi di sicurezza che intervengono e c’è anche uno scopo sociale che punta a limitare e misurare un uso smodato dell’alcool. Una capitale della cultura non può tollerare queste cose, la reazione che c’è è positiva perché si prende coscienza di una questione, si sviluppa senso civico».

Matera insomma ha imboccato una strada, tra l’altro per il quarto anno consecutivo confermando l’ordinanza sugli alcolici ed oggi in qualche modo alzando la guardia sugli schiamazzi ma il primo cittadino è convinto che questa strada sia essenzialmente a tutela della città e per evitare quelle forme e quegli eccessi che possono finire per danneggiare sia praticamente sia in termini di immagine il lavoro che si sta portando avanti. Un ragionamento che finisce poi inevitabilmente per dover essere graduato con una percezione proibizionistica che non lesina dubbi e critiche ma che lo stesso Adduce in qualche modo esorta in una specie di coinvolgimento generale su questo tipo di questioni.

Quanto invece alla questione degli schiamazzi che pur si lega con le bottiglie indissolubilmente e che finisce per limitare ulteriormente la possibilità di esprimersi per i giovani il primo cittadino è però più concreto e spiega: <in questo caso non esiste alcuna interpretazione soggettiva delle scelte.

In Prefettura ci siamo limitati a verificare e prendere atto di una serie di esposti e di denunce ad opera anche di residenti e dell’esistenza di un meccanismo di concorrenza  attraverso l’aumento dei decibel della musica per poter attrarre più clienti.

Di fronte a questo tipo di situazioni ci siamo limitati all’applicazione delle norme vigenti e che sono previste non solo per la città di Matera ma per tutte quante le città su questo tipo di questioni.

Ciò che è certo è che Matera in questo senso non può risultare una zona franca», dice a chiare lettere il primo cittadino spegnendo ogfni forma di polemica sul nascere, «circa il rispetto di una serie di norme di questo tipo, bisogna tutelare tutti e mettere in pratica le leggi che sono previste su questo tipo di questioni”.

 

IL CASO: DALL’ORDINANZA ALLO STOP AI DECIBEL

Prima un’ordinanza che vieta la vendita di bevande in vetro e poi un comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica che accentua i controlli ed in particolare decide una sorta di tolleranza zero nei confronti delle emissioni sonore sull’intero territorio cittadino.

E’ questo lo svilupparsi degli ultimi eventi che nel giro di pochi giorni pongono con forza ed in primo piano le criticità sulla movida nel territorio materano.

 L’ordinanza, in vigore da sabato, 20 luglio 2013, resterà valida fino al 30 settembre 2013.

In particolare dalle ore 23 fino alle ore 6 del giorno successivo è vietata la vendita per asporto di bevande analcoliche ed alcoliche di qualunque gradazione in qualsiasi contenitore di vetro, da parte degli esercizi commerciali su aree private e pubbliche, laboratori artigianali ed esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, circoli privati, attività di vendita mediante distributori automatici, discoteche e attività similari.

E’ altresì vietata la consumazione, su aree pubbliche o private di uso pubblico, delle bevande nei contenitori suddetti ad eccezione della consumazione su superfici attrezzate, pubbliche o private,  pertinenti ai locali di somministrazione (sanzione da 50 euro per il consumatore e per il commerciante).

Per quanto riguarda invcece le emissioni sonore, tenuto conto che tale fenomenologia«nuoce alla convivenza e alla sicurezza urbana, in particolare del centro storico, il Prefetto ha disposto mirati controlli nei confronti di esercizi pubblici a cura di tutte le Forze di Polizia, che saranno eseguiti in concorso con tecnici dell’ARPAB e della Polizia Locale.

Il Prefetto ha inoltre sollecitato le Forze di Polizia a vigilare sul puntuale rispetto dell’ordinanza del Sindaco per prevenire il deprecabile fenomeno degli schiamazzi e disturbi della quiete pubblica durante le ore notturne, soprattutto nelle zone del centro storico».

Le due questioni che, inevitabilmente, finiscono per intersecarsi e che costituiscono il fulcro di un provvedimento che ha aperto un dibattito serrato in città, ha lasciato in molti scontenti e preoccupati e che vede di fatto un diverso punto di vista di una questione che rimane tra le più difficili e complesse da regolamentare.

p.quarto@luedi.it

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