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POTENZA – La nota del Viminale è, al momento, una prima bocciatura del bilancio di previsione del Comune di Potenza. L’ipotesi di bilancio riequilibrato approvata in consiglio comunale risulta tecnicamente illegittima.
«L’effettivo riequilibrio – scrive il direttore centrale del dipartimento di Finanza locale al ministero – verrebbe raggiunto entro il quinto esercizio» finanziario dalla dichiarazione del dissesto (avvenuta il 20 novembre scorso).
Cinque anni per recuperare il deficit. Ipotesi non prevista dal Testo Unico degli Enti locali. Per questo il Viminale «non può dare seguito» all’istruttoria del bilancio potentino. Così com’è, insomma, non può andare.
Il bilancio di previsione di Potenza è stato costruito prevedendo un risanamento dilazionato su cinque anni perché è su cinque anni che è spalmato il contributo regionale – 42 milioni di euro – necessario a colmare il deficit locale.
Ma il Tuel limita il tempo utile a tre anni. Almeno per ora, e fin quando non sarà approvato (dovrebbe) il nuovo decreto Enti Locali. È in quel disegno di legge, infatti, che è prevista la norma “spalma-debiti”: la possibilità, cioè, per i Comuni in dissesto di risanare il disavanzo in cinque anni, non più negli attuali tre.
Una condizione con cui decine di Comuni in Italia riuscirebbero ad evitare lo scioglimento del consiglio comunale.
Ieri il presidente dell’Anci, Piero Fassino, rassicurava: chiuse le ultime limature, il decreto sarà in discussione nel prossimo consiglio dei ministri», atteso per il 9 giugno.
Ecco perché la lettera con cui gli Interni chiedono chiarimenti ha lasciato interdetti diversi amministratori. Per la tempistica, a ridosso dell’approvazione del decreto; per l’improvviso stop al clima di sicurezza attorno al percorso amministrativo avviato dal Comune di Potenza.
A indicare la strada è stato proprio il viceministro degli Interni, Filippo Bubbico: approvare il bilancio risanato in cinque anni, sapendo che nel frattempo le condizioni normative sarebbero state modificate per renderlo “passabile” ai controlli ministeriali.
Perché allora questo «no» del Viminale?
«Si tratta di un ammonimento dovuto, una richiesta che ci aspettavamo: sappiamo che al momento la cornice normativa ancora non è “aggiornata”», spiega il sindaco Dario De Luca. Non è preoccupato, aggiunge, rassicurato dagli stessi funzionari del ministero.
Ma al diffondersi della notizia, i timori tra i consiglieri comunali sono emersi velocemente.
Il Viminale aspetterà il varo del decreto Enti Locali, per permettere al Comune di Potenza di rientrare in seguito nella legittimità? O avvierà la procedura di infrazione intimando al Municipio di riscrivere il bilancio rispettando le previsioni in vigore oggi?
Alcune rassicurazioni arrivano dal coordinatore nazionale dei Popolari per l’Italia, Aurelio Pace, tra i politici lucani che hanno seguito da vicino la vicenda.
«Sono fiducioso – dice – per il percorso che abbiamo individuato e che con impegno stiamo perseguendo ormai da tempo per il salvataggio di Potenza».
Spiega che la richiesta di chiarimenti del ministero fa parte «di un percorso condiviso e concordato, anche con il viceministro Bubbico».
Pace si dice sicuro che Bubbico «non si sottrarrà agli impegni presi davanti al consiglio comunale».
Bisogna solo aspettare, dice. «Consideriamo le parole degli uomini come impegni concreti, fino a prova del contrario».

s.lorusso@luedi.it

 

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