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UNO schiaffo al Sud e un grosso sgarbo agli amministratori del Mezzogiorno, in primis il padrone di casa, il pugliese Michele Emiliano. Anche se è proprio quest’ultimo a tentare di smorzare le polemiche: poche parole per commentare l’assenza del presidente del Consiglio, se non per ribadire: «Per me Renzi è un amico».

Tutti i renziani (e non solo) provano a sminuire la faccenda, sottolineando la straordinarietà dell’evento newyorkese della finale di tennis Us Open, dove il premier ha preferito essere per la sfida, caso vuole, proprio tra due pugliesi.

Ma la decisione del presidente del Consiglio, di disertare, all’ultimo momento, la cerimonia inaugurale della Fiera del Levante, dove era atteso per le 16, è un affronto al Mezzogiorno che attendeva questo appuntamento ormai da settimane. Assenza che ha trasformato l’apertura della 79esima edizione nella giornata delle polemiche.

Non si tratta solo di aver snobbato l’evento annuale più importante dell’economia meridionale, proprio nel momento in cui questa parte del Paese chiede più attenzione, ma soprattutto di aver dato buca a sindaci e amministratori del meridione che da questo appuntamento si aspettavano di poter finalmente affrontare la “vertenza Mezzogiorno”.

Anche il lucano Pittella aveva ribadito più volte di confidare in questa giornata per un primo vero confronto sulle proposte annunciate nella direzione Pd straordinaria d’agosto, convocata dal segretario, subito dopo la pubblicazione dei dati Svimez e della lettera-appello di Roberto Saviano dalle pagine di Repubblica.

«Non è il Sud che ha bisogno dell’Italia, ma l’Italia che ha bisogno del sud per una ripresa che sia reale», aveva ribadito in quella occasione Renzi, confermando una nuova attenzione da Roma ai problemi del Meridione. Sarebbe riduttivo considerare la sfida tutta italiana a New York una semplice finale di tennis. Ma tanto è bastato al premier per invertire il grado delle priorità: prima l’irripetibile passerella, poi i problemi del Paese. Il Sud può attendere, è il messaggio.

L’occasione si fa ghiotta per l’opposizione. «Renzi ha colto la palla al balzo per andare a vedere la partita non sapendo cosa dire sul Sud», affonda l’ex governatore pugliese, Raffaele Fitto. Al posto del premier, ha partecipato alla 79esima edizione della Fiera, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, che ha definito «vergognose» le polemiche sull’assenza del presidente. Autorevole presenza, quella del sottosegretario, che però non basta a indorare la pillola. Anzi, il suo intervento da molti è stato considerato privo di proposte reali per la soluzione dei problemi del territorio. E comunque, la visita di Renzi avrebbe avuto, prima di tutto, un valore simbolico. Anche se, nelle settimane scorse, era già circolata l’indiscrezione della telefonata partita da Palazzo di Chigi per dissuadere i governatori del Sud rispetto all’invito di Emiliano, per evitare che la Fiera si trasformasse negli stati generali sul Mezzogiorno. Un passo indietro rispetto agli impegni assunti nella direzione del 7 agosto scorso? Il segnale sicuramente non è positivo. Del resto, sul tema, il segretario e presidente del Consiglio ha il fiato addosso anche della minoranza del suo stesso partito. Con il gruppo dei 48 deputati guidati dal lucano Roberto Speranza che ha protocollato le “inadempienze” del Governo in una interpellanza.

A proposito: che fine ha fatto il masterplan sul Sud promesso da Renzi ? Il premier lo aveva annunciato per la metà di agosto. Da qui a pochi giorni ci saremo. Si vedrà se la “direzione senza proclami” voluta in via straordinaria dal segretario sarà stata un primo step o solo spot senza alcun seguito.

m.labanca@luedi.it

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