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Nonostante vivessero in Argentina una coppia di coniugi originari di Grotteria, nel Reggino, di 70 anni, percepivano un assegno sociale e pertanto sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza di Roccella Jonica.
Al termine delle indagini, eseguite dai finanzieri e finalizzate alla verifica della permanenza dei requisiti presentati dai coniugi per beneficiare di prestazioni assistenziali, è emerso che la coppia era stata assente dall’Italia per molti anni, per poi tornarvi nell’anno 2005 per circa sei mesi, presentare le pratiche per la residenza in Italia, proporre istanza per ottenere l’assegno sociale (corredata dei requisiti previsti dalla legge: età, residenza in Italia e assenza, o quasi, di reddito) ed aprire un conto corrente bancario.
Alla prima riscossione dell’assegno, poi, i due erano ripartiti per l’Argentina continuando a incassare l’assegno sociale che veniva versato automaticamente sul loro conto corrente nonostante la normativa preveda la residenza in Italia.
L’assegno sociale, destinato ai più bisognosi, è stato istituito in Italia dall’art. 3, comma 6, della l. 335/1995 con effetto dal 1° gennaio 1996 e ha sostituito la pensione sociale. Si tratta di una prestazione di carattere assistenziale che prescinde del tutto dal pagamento dei contributi e spetta ai cittadini che si trovino in disagiate condizioni economiche.
Viene corrisposta ai cittadini che hanno i seguenti requisiti: cittadinanza italiana, residenza effettiva ed abituale in Italia, 65 anni di età, particolari condizioni reddituali personali e del coniuge. Elemento costitutivo del diritto alla prestazione assistenziale è la residenza effettiva: tale requisito si perfeziona con la dimora stabile ed abituale in Italia, assumendo rilevanza essenziale il rapporto tra il soggetto richiedente la provvidenza ed il luogo. L’Inps procede alla sospensione dell’assegno sociale in caso di permanenza all’estero per un periodo superiore ad un mese. Trascorso un anno dalla sospensione dell’assegno sociale le sedi competenti, dopo aver verificato il permanere di tale situazione, provvedono alla revoca del beneficio.
L’operazione delle Fiamma Gialle si è conclusa con la denuncia alla Procura della Repubblica di Locri dei due coniugi per i reati di indebita percezione di erogazioni, truffa aggravata ai danni dello stato e falso ideologico commesso da privato in atto pubblico. L’Inps ha già provveduto a bloccare i pagamenti. Complessivamente è stata contestata ai due l’indebita percezione di circa 50 mila euro. La Procura di Locri, dopo aver esaminato gli atti trasmessi dalle Fiamme Gialle, ha concesso il nulla osta per la segnalazione di danno erariale alla Corte dei Conti.

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