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IL suo non è un ultimatum, così come lo intendono gli esperti in politica, ma una chiamata alle armi per chi, come lei vive la responsabilità di un ruolo pubblico per trasformarla in operatività.

La lettera aperta che l’assessore all’urbanistica ha inviato al consiglio comunale, a tratti, ha il sapore del saluto di chi ripone le armi e si adatta alla ragion di Stato. In realtà la diretta interessata spiega che ha tutt’altro senso.  Ina Macaione è arrabbiata perchè in alcuni casi, pur in presenza degli strumenti per operare, è stata costretta all’immobilità. «Per colpa, a volte di stupidaggini – spiega -E poi ci sono alcuni aspetti che riguardano i Sassi dei quali io, ad esempio,  non sono stata avvisata».

Uno dei passaggi decisivi della lettera dice: «Non so valutare se nell’immediato futuro sarò più utile all’interno dell’amministrazione o all’esterno dove forse potrei essere più adatta ed efficace per spingere verso quel salto di qualità indispensabile per non perdere quanto finora prodotto».

«Nel testo segnalo 10 punti che sono cose che ho sempre messo un tavolo, che abbiamo condiviso con il sindaco e la giunta ma che negli  ultimi tempi non fossero più priorità. Credo molto nella possibilità di Matera di essere capitale della cultura e non vorrei che si tornasse indietro negli anni ‘80.  Ci sono molte persone che valgono, in questa città, ma bisogna darsi da fare. Sono ingenua? Forse, ma  se non ci crediamo noi, chi deve farlo?Bisogna lavorare in modo coerente all’obiettivo che ci siamo dati e la comunità deve decidere».

I punti che concludono la lettera aperta riguardano i Sassi e le modalità di gestione, la scuola con la realizzazione della Bramante, le piazze e i luoghi pubblici, la rigenerazione dei quartieri, il co-housing, il verde intelligente e il recupero di aree come quelle del borgo La Martella, il recupero ambientale, il museo demoetnoantropologico, le “porte della città” e il ruolo nodale di piazza della Visitazione e l’urban center, progetto di  d’accompagnamento al piano strategico.

Ina Macaione parla, in alcuni passi di ostacoli, lasciando intravedere  meccanismi di bassa politica non proprio edificanti «Non solo oggettivi, come ad esempio contrada Granulari, che si frappongono alla realizzazione dei progetti. Ostacoli, anche di  natura individuale, prodotti per conservare gli interessi di pochi, indebolendo o deviando quel prezioso lavoro collettivo, volto a condividere a livello di qualità la realizzazione dei cambiamenti. Non voglio ostacolare i processi, nè accelerarli, ma vorrei che  mostrassimo quanto valiamo».

La lettera inviata ai consiglieri rappresenta per alcuni versi un bilancio di «Un lavoro faticoso, giunto in dirittura d’arrivo». Non proprio,  dal momento che annuncia di voler creare «gruppi di attività per produrre lavoro e contribuire al processo di innovazione soprattutto delle imprese sulla base delle tre “R” (reuse, reduce, recyicling). La Macaione torna sullo schema che ha ribattezzato VVIMS, ovvero: visione, valori, identità, missioni, strategie. Un programma di tutto rispetto. Qualcuno la aiuterà a farlo ripartire?

a.ciervo@luedi.it

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