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MARSICO NUOVO – Tutto rimarrà fermo, almeno per altri sei mesi. Il progetto del pozzo “Pergola 1”, nel comune di Marsico Nuovo, è stato sospeso. Non solo la sua messa in produzione, ma anche la realizzazione della relativa condotta di collegamento al Centro Oli: circa 24 chilometri di oleodotti petroliferi, che, secondo quanto riferito nell’ultimo tavolo regionale, porterebbero 50 nuovi posti di lavoro. Si tratta del pozzo che circa un anno fa avevano provocato le forti contestazioni al presidente Pittella e a Eni, che avevano voluto incontrare i cittadini dell’area. Quello che, per le quantità che dovrebbero essere estratte, trasformerebbe Marsico nella seconda capitale del petrolio della Val d’Agri, dopo Viaggiano. Lo stesso dove recentemente l’Arpa ha riscontrato un inquinamento da idrocarburi e metalli pesanti.

La decisione è stata comunicata solo qualche giorno fa, dal ministero dell’Ambiente, a Eni, Regione e Comune. A poco più di un mese di distanza dal via libera che era arrivato dallo stesso Ministero, che lo scorso aprile aveva dichiarato procedibile l’istanza di Valutazione di impatto ambientale per la messa in produzione del pozzo. Un passo indietro, quindi, che il Ministero spiega in virtù delle osservazioni presentata da viale Verrastro e anche da parte della compagnia. La Regione, infatti, subito dopo il via libera romano, aveva evidenziato come che – a proprio avviso – la presentazione d’istanza di Via non era coerente con tempi e adempimenti indicati nel provvidemnto. Forse anche a causa della contaminazione che l’Agenzia regionale per l’Ambiente ha fatto emergere. Ma, soprattutto, è stata la stessa compagnia del cane a sei zampe ad aver spinto per la sospensione. Nella comunicazione inviata al Ministero, la società parla di “revisione degli investimenti”, anche per “tempistiche autorizzative non allineate all’impegno degli stessi”. Un linguaggio tecnico, non di semplicissima comprensione. Ma ciò che Eni sembra voler dire è che, a causa dei tempi che sono trascorsi, starebbe ripensando i progetti che interessano il territorio. «E’ in corso – aggiunge Eni – una ridefinizione generale delle attività operative che coinvolgono la schedulazione nel tempo della realizzazione dell’intervento in oggetto». 
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Da Roma hanno preso atto delle risposte inviate da Regione ed Eni ed ha quindi accordato la sospensione, precisando che lo stop sarà dis ei mesi. E che il procedimento potrà essere riavviato solo in caso di ottemperanza alle ulteriori prescrizioni della Regione. Per ora, gli ambientalisti che si oppongono con forza alle messa in produzione, possono tirare un sospiro di sollievo. Solo per ora, però.

 

 

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