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L'ospedale Covid alla fiera di Bari

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Turbativa d’asta e falso: sono i due reati che la Procura di Bari ipotizza nell’inchiesta sulla costruzione dell’ospedale Covid in Fiera del Levante. Ieri la guardia di finanza, nell’ambito della più ampia indagine sulla gestione da parte della Protezione civile degli appalti legati all’emergenza sanitaria, ha effettuato sei perquisizioni e il nome di un altro imprenditore è stato iscritto nel registro degli indagati: si tratta di Domenico Barozzi, procuratore della società di Altamura Costruzioni Barozzi Spa, indagato per turbativa d’asta e falso.

La finanza ha eseguito anche altre cinque perquisizioni a Lecce, Acquaviva delle Fonti, Bari e Corigliano di Otranto ma i professionisti interessati non sono indagati. L’operazione di ieri rientra nell’inchiesta che, lo scorso 23 dicembre, ha portato all’arresto in flagranza dell’ex capo della Protezione civile Mario Lerario, accusato di aver intascato due presunte tangenti. Le perquisizioni sono state effettuate «per la ricerca di documentazione inerente l’appalto per la realizzazione dell’ospedale Covid sito presso la Fiera del Levante di Bari, nonché agli ulteriori appalti connessi all’emergenza pandemica», spiega la Procura in un comunicato.

«Non si colgono rilievi mossi dall’autorità giudiziaria rispetto alla realizzazione di un’opera che resta di grande pregio sia per la qualità ingegneristica sia per la tempistica con cui è stata realizzata», replica il professore Vito Mormando, avvocato difensore di Domenico Barozzi, indagato per turbativa d’asta e falso. La sede dell’azienda è stata perquisita dalla guardia di finanza e sono stati sottoposti a sequestro computer e documenti.

«Si è trattato – prosegue l’avvocato – di una attività che si è svolta in un contesto di ampia collaborazione. Ha riguardato solo ed esclusivamente documenti di carattere ingegneristico e tecnico-contabile relativi all’appalto». «Siamo assolutamente certi – prosegue – che in tempi ragionevoli potremo chiarire qualsiasi dubbio che gli investigatori possano avere». L’indagine della Procura sull’appalto per la realizzazione dell’ospedale Covid riguarda in modo particolare la procedura di affidamento dei lavori al raggruppamento di imprese e i costi di realizzazione, stimati inizialmente in circa 9 milioni di euro e poi lievitati a oltre 17 milioni dopo l’apporto di alcune sostanziali modifiche al progetto iniziale.

L’inchiesta, avviata circa un anno fa, e che riguarda anche altri appalti della Protezione civile regionale, conta al momento altri otto indagati oltre Barozzi: l’ex capo della Protezione civile Mario Lerario, in carcere per corruzione dal 23 dicembre, il funzionario regionale Antonio Mercurio e sei imprenditori, due dei quali agli arresti domiciliari dal 26 dicembre per le presunte tangenti pagate a Lerario.

Anche il Consiglio regionale ha acceso i propri fari sugli appalti gestiti dalla Protezione civile tra il 2020 e il 2021, in particolare sotto la lente d’ingrandimento i 100 affidamenti diretti realizzati nel 2020 e legati all’emergenza Covid-19, di cui 89 con comparazioni di preventivi e 11 senza comparazione per l’acquisto, ad esempio, di ambulanze, collaudi tecnici, servizio ristorazione o pulizia. Ma ci sono anche 81 affidamenti per rimborsi spese documentate e 8 proprio per l’ospedale in Fiera a Bari.

Su tutte queste spese sono in corso le verifiche della commissione Bilancio del Consiglio regionaleper capire se ci sono state delle anomalie negli affidamenti. Non solo: il presidente della commissione, Fabiano Amati, ha annunciato anche che verrà avviato un controllo sulle spese nell’ultimo quinquennio. Non sarà un lavoro facile, anche perché ancora oggi non ci sono tutti i documenti a disposizione della commissione, alcuni vanno ancora reperiti altri non si sa se saranno trovati.

Ma intanto emergono altri dettagli sulla gestione della spesa da parte della Protezione civile, guidata all’epoca da Lerario, ed effettuata per far fronte all’emergenza sanitaria: ad esempio, nel 2020, durante la prima fase pandemica, la Puglia ha speso 17,2 milioni per acquistare dalla Cina mascherine, Dpi facciali filtranti monouso, materia prima per la produzione di Dpi e di macchinari e apparecchiature sanitarie.

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