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POTENZA – Metti una serata al grande Albergo di Potenza, una di quelle che anticipano un giorno di festa come quello dell’Epifania. Una veranda con vista piena di piccoli led blu che creano l’atmosfera giusta tra gli spazi dei piccoli tavolini neri. All’ingresso poco dopo il guardaroba ad accoglierti c’è un banchetto dell’Unicef, alle prese con la vendita delle pigotte, il simbolo stesso del volontariato targato Unicef. Dentro la saletta gli strumenti parlano già da soli, senza che qualcuno si metta a suonare: tre chitarre acustiche, una batteria elettronica, accordion e tastiere. Avanti un leggìo e un microfono. Tutto il necessario per una notte di buona musica. Ma lo stupore è tutto un altro: la “star” dell’ensemble è lui, Gianpiero Perri, direttore dell’Azienda di promozione turistica della Basilicata. È lui il vero mattatore della serata, tornato alla sua passione originaria: quella per la musica. E non è mica da scherzo, perché qui si gioca ad alti livelli. Alla fine il risultato è una bella serata a metà tra la solidarietà e il divertissement. Perché i musicisti, nonostante le loro solidissime formazioni, ci tengono a non prendere troppo sul serio la questione. Certo, c’è la passione, la voglia di rimettersi a suonare dopo tanti anni di stop, ma è la complicità nel farlo la vera soddisfazione. Ed ecco allora che invece di riproporre i classici della musica (popolare, italiana, leggera, internazionale, progressive: poco fa differenza) si va alla ricerca delle assonanze, mettendo insieme i brani, accoppiando canzoni senza troppo pensare se si sta rispettando un canone.

Tant’è che alla fine, viste le tre chitarre a disposizione, un inciso sui Gipsy King ci stava tutto. Gianpiero Perri è stato un po’ quello che ha riunito vecchi e nuovi amici. È quasi un anno che si vedono almeno una volta alla settimana per provare. Per chi non lo sapesse il direttore dell’Apt fino al primo anno di università ha studiato chitarra classica al conservatorio «ma al liceo con gli amiciavevamo fatto un gruppo. Suonavamo principalmente la Pfm, eravamo proprio nell’epoca». E checché se ne dica, la Premiata Forneria Marconi è rimasta seriamente nel cuore di Perri, visto che il meglio di sé lo dà proprio quando si tratta di suonare qualcosa di loro (o di Carlos Santana). L’esperimento però è riuscito anche dal principio: «Era un modo per divertirsi e far divertire, ed è anche un modo per uscire dalla rigidezza che i ruoi spesso ci impongono». Un Perri inedito che forse a Pasqua sarà di nuovo live.

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