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VIBO VALENTIA – Nonostante il rapporto sentimentale fosse finito avrebbe preteso che l’ex moglie non uscisse di casa, non vestisse troppo appariscente,vedesse il figlio minorenne solo in sua presenza e, infine, non parlasse al telefono con altri. Una vicenda in cui emerge una figura nota un tempo come padre-padrone che comandava la famiglia con la sua autorità fatta spesso di soprusi.

Vicenda portata alla luce dagli uomini guidati dal dirigente Orazio Marini, capo della Squadra mobile di Vibo e dal suo vice, Marco De Bartolis. Maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate, ingiurie e minacce. Queste le accuse a carico del 50enne pluripregiudicato di Vibo Valentia arrestato ieri pomeriggio a seguito di delicate e lunghe indagini su provvedimento del gip Anna Rombolà in accoglimento di una richiesta di custodia cautelare avanzata dal pm Barbara Buonanno.

Il 50enne, dal giugno scorso, si sarebbe reso protagonista di una serie continua di episodi di violenza e minaccia, nonché di vessazioni fisiche e morali ai danni dell’ex coniuge, protrattesi fino al giorno prima dell’arresto.

Nonostante la sua relazione con la moglie fosse terminata la pretendeva che la stessa vedesse il loro figlio minore solo in sua presenza, che la donna non uscisse di casa, non si truccasse o parlasse al telefono con altre persone, arrivando a seguirla nei suoi spostamenti quotidiani e ad aspettarla nei luoghi generalmente da lei frequentati, minacciandola di morte e percuotendola ogni qualvolta lei non avesse rispettato le sue prescrizioni.

L’attività investigativa ha permesso di porre fine a un’escalation sempre crescente di violenze e umiliazioni, attuate dall’indagato ai danni dell’ex moglie e, in diverse occasioni, anche alla presenza del figlio. L’uomo, dopo le formalità di rito, è stato posto agli arresti domiciliari nella la sua abitazione..

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