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POTENZA – Distribuzione delle royalties, dissesto idrogeologico, e completamento dello schema idrico Basento-Bradano.

Sembra destinata a ripartire da qui la trattativa col governo sui dossier petrolio e acqua, i due grandi asset lucani strategici per l’Italia e il Mezzogiorno.

Lo ha annunciato Marcello Pittella che dopo aver rivelato di essere stato cercato nei giorni scorsi dal premier Matteo Renzi, ha spiegato di aver scritto a lui e al ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi, chiedendo un «incontro urgente» a entrambi.

L’occasione è stata la seconda tappa del suo tour attraverso la regione per spiegare la legge finanziaria appena approvata in Consiglio regionale. Impossibile, quindi, sfuggire al tema dei benefici incamerati dallo sfruttamento delle risorse naturali, visto il peso tutt’altro che trascurabile sul bilancio regionale. A maggior ragione dopo la pubblicazione dell’impietoso referto della sezione di controllo della Corte dei conti in cui l’utilizzo di dieci anni di royalties è stato passato in rassegna comune per comune.

Il risultato è la conferma della sostanziale inadeguatezza dei livelli più bassi di governo a gestire il 15% delle royalties versate ogni anno nelle loro casse dalle compagnie petrolifere operanti in Basilicata (nel 2011 sono stati 17milioni) per «lo sviluppo dell’occupazione e delle attività economiche», l’«incremento industriale» e «interventi di miglioramento ambientale, nei territori nel cui ambito si svolgono le ricerche e le coltivazioni».

Questo è quello che prevede la legge sulle cosiddette “royalties dirette”. Mentre di fatto l’esperienza delle amministrazioni lucane può essere presa ad esempio di come una risorsa destinata ad esaurirsi, prima o poi, sia stata sfruttata per coprire le spese di tutti i giorni, e più di qualche evidente sperpero. 

Un’amara constatazione arrivata alla vigilia della discussione in Consiglio regionale di un disegno di legge regionale che prevedeva l’allargamento della platea dei beneficiari di un altro terzo delle royalties versate dalle compagnie destinate alla «programmazione negoziata (…) per lo sviluppo delle attività economiche ed all’incremento industriale» (Programma operativo Val d’Agri, ndr). L’idea era quella di distribuirle, ovviamente in parti più piccole, a tutti i 131 comuni della regione e non solo ai 35 individuati dalla Regione tra Val d’Agri, Melandro, Sauro e Camastra, allargando via via il comprensorio dai 22 iniziali del 1995. Figurarsi perciò a che tipo di spesa sarebbero state destinate.

Ne è venuto fuori un dibattito dai toni accesissimi e alla fine la maggioranza, che pure aveva approvato il testo in commissione, ha fatto marcia indietro.

«Oggi non sono per la parcellizzazione ai comuni». Ha spiegato Pittella ieri mattina agli studenti di Stigliano proprio sul tema dell’utilizzo delle royalties riconoscendo che «in parte nel passato» ma si è «sbagliato». E questo ormai è innegabile.   

Ma per cambiare i criteri di distribuzione delle stesse non basta la volontà della Regione. Servirebbe approvare una legge in Parlamento che abbassi l’aliquota destinata direttamente ai comuni. Ecco perché l’asse con Renzi potrebbe rivelarsi fondamentale.  

Quanto a Lupi Pittella, ha chiesto di «affrontare con urgenza» i problemi riguardanti il completamento dello schema idrico Basento-Bradano definito «di rilevante importanza strategica per il territorio della Basilicata» ma ancora fermo a causa di disposizioni di legge statali.

Il governatore ha sottolineato che il progetto definitivo «è già stato approvato dal Cipe», il bando è stato pubblicato e sono arrivate 18 offerte in attesa di valutazione. Per questo ha chiesto la «riassegnazione delle risorse necessarie» alla realizzazione dell’opera.

Argomenti concreti ma molto più convincenti se accompagnati da un’apertura alla discussione anche sul tema dell’aumento delle estrazioni di greggio e gas in Basilicata. Quasi un assillo per gli ultimi governi, a cui anche Renzi sembra tutt’altro che indifferente.   

l.amato@luedi.it

 

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