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segue dalla prima
di FRANCO ORTOLANI*
Il programma di costoro è semplice e diretto ed è stato chiaramente tratteggiato dal presidente di NE (Nomisma Energia, gruppo lobbyconsulente privato che influenza non solo le società private…) Tabarelli: «Le riserve di gas e petrolio sono dello Stato e pertanto di tutti gli italiani e l’obiettivo deve essere di favorirne la valorizzazione a beneficio di tutti i cittadini… I crescenti poteri affidati agli organi locali, rendono difficili e onerosi, a volte impossibili, i progetti in Italia… è necessario pensare a qualche forma di penalizzazione per quelle regioni che ostacolano lo sfruttamento di una risorsa che appartiene a tutti gli italiani».
Ovviamente i clienti di Nomisma pensano agli affari loro! Però devono farlo sempre nel rispetto delle leggi vigenti che impongono di estrarre gli idrocarburi senza incrementare i pericolo per i cittadini e per i loro beni. Quest’ultima importante “clausola” è stata agevolmente aggirata facendo in modo che chi doveva controllare per tutelare i cittadini e le risorse ambientali abbia avuto un “occhio di riguardo”, non per i cittadini ma per gli estrattori. 
Il risultato è che nell’alta Val d’Agri, forse l’unica area petrolifera al mondo, le attività di estrazione, ripompaggio di fluidi inquinanti ad alta pressione nel sottosuolo interessato da faglie sismogenetiche che hanno già originato il disastroso sisma del 1857 (X-XI grado MCS), le attività di prima raffinazione in loco, i pozzi e gli oleodotti che attraversano gli acquiferi finora non hanno creato alcun problema ambientale e per la salute dei cittadini! Un vero e proprio miracolo! Naturalmente attribuibile alla Madonna Nera di Viggiano! Oppure alla benevola distrazione dei controllori? 
Su queste basi, accertato sulla carta che finora non c’è alcun pericolo causato dalle attività petrolifere, ecco Tabarelli che detta la lobbylinea.Se ufficialmente non risultano reati attribuibili alla filiera dell’estrazione e lavorazione, se succede qualche “incidente ambientale” non si può attribuire la colpa ai “petrolieri”. Quindi le attività petrolifere in Basilicata sono sicure e se qualcuno si oppone potrebbe anche essere esiliato o esautorato! Naturalmente i mass media lobbydipendenti faranno una infervorata campagna per sostenere questa linea. Però! Il problema non riguarda solo la Basilicata. Gli eredi dei sanniti-lucani hanno molti validi argomenti da portare all’attenzione degli elettori.Prima di tutto c’è la corretta applicazione delle leggi emanate dal Parlamento Italiano negli anni passati che tutelano la salute dei cittadini e la sicurezza dell’ambiente antropizzato di superficie! Applicazione che non può continuare ad essere “garantita” dai petrolieri stessi e dai loro amici ma deve essere trasparentemente verificabile! 
Devono essere eliminate le attività che inducono sismicità nel sottosuolo (iniezione di fluidi ad alta pressione nel sottosuolo) già tettonicamente instabile e “carico di energia tettonica” che si sta accumulando dal 1857! Devono essere eliminati pozzi e metanodotti che attraversano i serbatoi idrogeologici al fine di togliere ogni possibilità di inquinamento delle falde di importanza strategica. 
Visto che il Centro Oli di Viggiano (costruito nella zona in cui si ebbero i più distruttivi effetti locali con il sisma del 1857) deve essere raddoppiato deve essere delocalizzato a valle dell’invaso del Pertusillo. Quest’ultimo poi, sembra che a causa dei riempimenti e svuotamenti stia causando sismicità indotta di bassa magnitudo lungo le faglie attive in sinistra e destra orografica dell’Agri, dovrebbe essere adeguatamente gestito per eliminare le sollecitazioni lungo le faglie attive.
A proposito delle royalty, invece di finanziare interventi locali non duraturi, si deve fare in modo che servano ad attuare un piano di interventi strutturali di messa in sicurezza antisismica degli edifici pubblici e privati almeno dell’area che è stata epicentrale nel sisma del 1857. 
C’è poi da valutare un’altra soluzione di strategica importanza per la nazione: conservare il giacimento di idrocarburi presente nel sottosuolo della Basilicata come riserva energetica di importanza strategica da utilizzare solo in caso di temporanea emergenza internazionale che tronchi l’afflusso di idrocarburi in Italia. 
Niente da obiettare verso le attività estrattive che devono essere eseguite nel pieno rispetto delle leggi vigenti e anche di quelle che possono essere emanate per incrementare la sicurezza ambientale e garantire la fruibilità, a pari titolo, delle risorse naturali profonde e superficiali: siccome la superficie del suolo è abitata da secoli dai discendenti dei lucani si deve fare in modo che non si causino nuovi problemi.Estrazione solo dove possibile in trasparente e verificabile sicurezza: i cittadini di oggi e di domani devono stare tranquilli e anche quelli di una vasta area al contorno che attualmente usufruiscono dell’acqua proveniente dalla val d’Agri!Un’altra soluzione? Desertificare l’area lucana nel cui sottosuolo ci sono giacimenti di idrocarburi!
*Professore di geologia 
stratigrafica e sedimentologia 
Università Federico II Napoli

 

E’ inutile non riconoscere che le prossime elezioni regionali in Basilicata saranno fortemente influenzate da coloro che sono industrialmente ed economicamente interessati, nelle varie modalità, all’estrazione a tutti i costi degli idrocarburi. 

continua a pagina 6Il programma di costoro è semplice e diretto ed è stato chiaramente tratteggiato dal presidente di NE (Nomisma Energia, gruppo lobbyconsulente privato che influenza non solo le società private…) Tabarelli: «Le riserve di gas e petrolio sono dello Stato e pertanto di tutti gli italiani e l’obiettivo deve essere di favorirne la valorizzazione a beneficio di tutti i cittadini… I crescenti poteri affidati agli organi locali, rendono difficili e onerosi, a volte impossibili, i progetti in Italia… è necessario pensare a qualche forma di penalizzazione per quelle regioni che ostacolano lo sfruttamento di una risorsa che appartiene a tutti gli italiani».

Ovviamente i clienti di Nomisma pensano agli affari loro! 

Però devono farlo sempre nel rispetto delle leggi vigenti che impongono di estrarre gli idrocarburi senza incrementare i pericolo per i cittadini e per i loro beni. Quest’ultima importante “clausola” è stata agevolmente aggirata facendo in modo che chi doveva controllare per tutelare i cittadini e le risorse ambientali abbia avuto un “occhio di riguardo”, non per i cittadini ma per gli estrattori. 

Il risultato è che nell’alta Val d’Agri, forse l’unica area petrolifera al mondo, le attività di estrazione, ripompaggio di fluidi inquinanti ad alta pressione nel sottosuolo interessato da faglie sismogenetiche che hanno già originato il disastroso sisma del 1857 (X-XI grado MCS), le attività di prima raffinazione in loco, i pozzi e gli oleodotti che attraversano gli acquiferi finora non hanno creato alcun problema ambientale e per la salute dei cittadini! 

Un vero e proprio miracolo! Naturalmente attribuibile alla Madonna Nera di Viggiano! Oppure alla benevola distrazione dei controllori? Su queste basi, accertato sulla carta che finora non c’è alcun pericolo causato dalle attività petrolifere, ecco Tabarelli che detta la lobbylinea.Se ufficialmente non risultano reati attribuibili alla filiera dell’estrazione e lavorazione, se succede qualche “incidente ambientale” non si può attribuire la colpa ai “petrolieri”. 

Quindi le attività petrolifere in Basilicata sono sicure e se qualcuno si oppone potrebbe anche essere esiliato o esautorato! Naturalmente i mass media lobbydipendenti faranno una infervorata campagna per sostenere questa linea. Però! Il problema non riguarda solo la Basilicata. Gli eredi dei sanniti-lucani hanno molti validi argomenti da portare all’attenzione degli elettori.Prima di tutto c’è la corretta applicazione delle leggi emanate dal Parlamento Italiano negli anni passati che tutelano la salute dei cittadini e la sicurezza dell’ambiente antropizzato di superficie! Applicazione che non può continuare ad essere “garantita” dai petrolieri stessi e dai loro amici ma deve essere trasparentemente verificabile! 

Devono essere eliminate le attività che inducono sismicità nel sottosuolo (iniezione di fluidi ad alta pressione nel sottosuolo) già tettonicamente instabile e “carico di energia tettonica” che si sta accumulando dal 1857! Devono essere eliminati pozzi e metanodotti che attraversano i serbatoi idrogeologici al fine di togliere ogni possibilità di inquinamento delle falde di importanza strategica. Visto che il Centro Oli di Viggiano (costruito nella zona in cui si ebbero i più distruttivi effetti locali con il sisma del 1857) deve essere raddoppiato deve essere delocalizzato a valle dell’invaso del Pertusillo.

 Quest’ultimo poi, sembra che a causa dei riempimenti e svuotamenti stia causando sismicità indotta di bassa magnitudo lungo le faglie attive in sinistra e destra orografica dell’Agri, dovrebbe essere adeguatamente gestito per eliminare le sollecitazioni lungo le faglie attive.

A proposito delle royalty, invece di finanziare interventi locali non duraturi, si deve fare in modo che servano ad attuare un piano di interventi strutturali di messa in sicurezza antisismica degli edifici pubblici e privati almeno dell’area che è stata epicentrale nel sisma del 1857. 

C’è poi da valutare un’altra soluzione di strategica importanza per la nazione: conservare il giacimento di idrocarburi presente nel sottosuolo della Basilicata come riserva energetica di importanza strategica da utilizzare solo in caso di temporanea emergenza internazionale che tronchi l’afflusso di idrocarburi in Italia. 

Niente da obiettare verso le attività estrattive che devono essere eseguite nel pieno rispetto delle leggi vigenti e anche di quelle che possono essere emanate per incrementare la sicurezza ambientale e garantire la fruibilità, a pari titolo, delle risorse naturali profonde e superficiali: siccome la superficie del suolo è abitata da secoli dai discendenti dei lucani si deve fare in modo che non si causino nuovi problemi.

Estrazione solo dove possibile in trasparente e verificabile sicurezza: i cittadini di oggi e di domani devono stare tranquilli e anche quelli di una vasta area al contorno che attualmente usufruiscono dell’acqua proveniente dalla val d’Agri!Un’altra soluzione? Desertificare l’area lucana nel cui sottosuolo ci sono giacimenti di idrocarburi!

*Professore di geologia stratigrafica e sedimentologia Università Federico II Napoli

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