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NON è una questione di queste ultime ore ma un caso che si trascina da molto tempo e che ripropone però alcune singolarità come quella sollevata giovedì dal consigliere comunale Angelo Montemurro sull’installazione allo stadio di una nuova antenna in un’area che è già ad alta concentrazione e presenza di antenne. In realtà la questione su cui si continua a dibattere è quella che riguarda l’esistenza di un piano comunale delle antenne che faccia in qualche modo fede.

La questione a questo punto risulta alquanto articolata perchè dopo il caso del 2012 del rione Agna la giunta comunale ha commissionato uno studio, dell’ingegner Fantasia, pubblicato oggi sul sito del Comune che costituisce o dovrebbe costituire il punto di partenza entro il quale l’Amministrazione si muove.

Non c’è stata nei fatti l’approvazione di un provvedimento formale da parte del Consiglio comunale che pure aveva evidenziato la necessità già nel 2012 di un piano e che ancor oggi attende l’approdo del piano stesso in Consiglio. Ma al di là della questione magari formale rimane anche un aspetto sostanziale che viene evidenziato e cioè che «nelle tabelle di misurazione effettuate dall’ing. Fantasia si evince chiaramente che la zona del Campo Sportivo è la zona più contaminata da inquinamento elettromagnetico e poiché è una zona fortemente antropizzata e con presenza di scuole dell’infanzia e primaria,  per cui, penso che non si possa continuare ad invaderla di antenne a discapito della salute dei cittadini e degli alunni delle scuole limitrofe.

Questo strumento (lo studio dell’ing. Fantasia) ci aiuta a pianificare una nuova organizzazione delle localizzazioni delle antenne telefoniche e radiotelevisive, a cui le compagnie telefoniche dovranno attenersi al fine di evitare l’istallazione in luoghi non idonei (vedi il caso di c.da Agna) oppure in zone con criticità dovute alla alta concentrazione di impianti radiotelevisivi (zona Murgecchia e stadio comunale)». Insomma la realtà va anche in aperta contraddizione con quanto contenuto in quello studio che il Comune, al di là del passaggio o meno in Consiglio, ha voluto far proprio.

Ma a confermare che la questione si trascina per una serie di equivoci nazionali e non soluzioni locali Michele Paterino ricorda che «la prima interrogazione sull’argomento quando c’è stata la questione dell’antenna al rione Pini è stata fatta con l’allora consigliere Antonio Montemurro nel 2003. E’ evidente che si tratta di una questione che si trascina da tempo».  A rincarare la dose Angelo Cotugno aggiunge: «è normale che doveva arrivare in Consiglio ma non c’è mai arrivata. Ma questo non è colpa dei consiglieri comunali, si tratta di una questione sollevata ma mai discussa nemmeno in commissione. C’è solo questo studio che leggiamo dal sito del Comune». E ci sono anche dieci anni di tempo ed una determina che rialza l’attenzione sulla questione. Su quella delle regole.

p.quarto@luedi.it

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