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CATANZARO – Avrebbe aggredito e picchiato la moglie mentre lei si trovava a lavoro, poi l’avrebbe minacciata di ucciderla al suo rientro a casa. A porre fine alle persecuzioni, evitando anche conseguenze peggiori, è stato il datore di lavoro della donna che, dopo avere assistito all’aggressione, si è rivolto alla polizia raccontando l’accaduto. Il fatto è avvenuto a Catanzaro, dove in manette è finito un cittadino bielorusso, Siarhei Hryb, 33 anni, residente nel capoluogo calabrese. 

Contro di lui sono stati ipotizzati i reati di tentato omicidio nei confronti della moglie trentenne, nonchè lesioni aggravate, maltrattamento su minori, detenzione di una pistola a ricarica CO2, calibro 4.5 semiautomatica priva di tappo rosso, con caricatore con all’interno 11 diabolo in piombo tipo a palla camiciata in rame, sprovvista della registrazione al Catalogo nazionale del banco di prova delle armi. La vicenda è accaduta nel corso della notte a Catanzaro Lido, in un bar dove lavora la donna. Il cittadino bielorusso avrebbe picchiato la connazionale, quindi le aveva detto di attenderla a casa per ucciderla. Dopo la denuncia del titolare dell’esercizio, sono partite le ricerche da parte dei poliziotti del Commissariato, i quali hanno cinturato sia l’abitazione della donna che il bar, fino a individuare e arrestare il cittadino bielorusso proprio vicino all’esercizio commerciale. Grazie alle testimonianze raccolte e alle immagini di alcune telecamere, il sostituto procuratore Paolo Petrolo ha potuto disporre l’arresto. Nel corso della perquisizione domiciliare, la polizia ha rinvenuto anche un’ arma tipo giocattolo, sulla quale sono in corso degli di accertamenti, e un grosso coltello da cucina che era stato utilizzato per minacciare la donna in presenza di una bambina di soli tre anni.
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