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PISTICCI – Una serie di violazioni di legge hanno indotto i carabinieri dei Noe a sequestrare la discarica di rifiuti solidi urbani La Recisa di Pisticci.

Gli uomini dell’Arma sono intervenuti a porre i sigilli sull’impianto venerdì mattina, accompagnati dall’Arpab che, il giorno precedente, aveva già effettuato un sopralluogo consegnando poi un verbale al Comune di Pisticci.

La contestazione è quella di una gestione in difformità rispetto all’Aia, perché in discarica non venivano “correttamente utilizzati gli impianti di preselezione, trattamento e biostabilizzazione, l’impianto di estrazione del biogas risultava incompleto, non vi era una adeguata regimentazione delle acque meteoriche, i piezometri per il monitoraggio delle acque sotterranee erano assenti, non veniva effettuata la copertura giornaliera dei rifiuti. Gli autocompattatori in ingresso alla discarica, provenienti dalla raccolta urbana, scaricavano direttamente i rifiuti solidi urbani tal quali nel bacino, senza che gli stessi venissero sottoposti ad alcuna delle operazioni preliminari previste per legge”.

Inoltre, le indagini hanno accertato che “da determinazione della Provincia di Matera, il comune di Pisticci avrebbe dovuto conferire i propri rifiuti solidi urbani presso la discarica di Tricarico”.

Ma sul provvedimento l’assessore all’Ambiente del Comune di Pisticci, Pasquale Domenico Grieco, non ha celato la sua sorpresa. C’è una spiegazione quasi punto su punto rispetto alle contestazioni, iniziando dall’ultima.

«La Provincia –spiega- ha redistribuito i flussi di rsu e noi siamo andati a conferire a Tricarico e Salandra per via della chiusura della nota strada provinciale Pisticci-Craco, da cui dipendono molte delle criticità riscontrate. In seguito abbiamo individuato un percorso alternativo e chiesto alla Regione se il nuovo ingresso in discarica costituisse modifica sostanziale dell’Aia. Ci hanno detto di no e siamo tornati per qualche giorno a scaricare a La Recisa. Le autorità intervenute per il sequestro hanno fatto riferimento ad una circolare in base alla quale risulta obbligatorio, da agosto, che le discariche abbiano in funzione i tritovagliatori fissi ed i biostabilizzatori.

Ma è noto –prosegue Grieco- che per rendere operative queste modifiche, abbiamo avuto un contributo regionale di un milione e 100mila euro da fondo di rotazione e sono pronti tre progetti esecutivi. In più mi hanno riferito che quando sono arrivati i Noe, un tritovagliatore rotto era in riparazione al momento del sequestro, con un tecnico che stava operando in loco per rimettere in funzione il mezzo».

Grieco ribadisce che alcune difficoltà sono collegate alla chiusura della Provinciale Pisticci – Craco: «Perché abbiamo dovuto inventarci un percorso alternativo, che non è comodissimo. Non è semplice far arrivare i camion con la terra per ricoprire tutti rifiuti, o intervenire per togliere il percolato, lo si può fare solo con macchine piccole che richiedono tempo. Sono fattori di cui occorrerebbe tener conto».

La discarica comunale di Pisticci è stata chiusa per una molteplicità di violazioni, con un intervento iniziato dall’Arpab e concluso dai Noe sulla scorta di valutazioni rigorose. C’è da capire, adesso, quanto un precedente del genere esponga al rischio chiusura gli altri impianti di smaltimento regionali. Quanti di essi rispettano tutti i requisiti mancanti a La Recisa? E’ in corso un’attività di controllo a tappeto? E il sistema di raccolta rifiuti rischia una preoccupante paralisi?

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