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PISTICCI – Momenti di tensione hanno accompagnato, ieri mattina, i sopralluoghi dei tecnici nelle zone colpite dai crolli di Marco Scerra.

Sul posto, oltre ai massimi esponenti dell’amministrazione locale, accompagnati dai tecnici degli uffici competenti, anche ingegneri dell’ufficio regionale Difesa del suolo e di Acquedotto Lucano. Sono volate parole grosse tra i cittadini residenti, il sindaco Di Trani ed il vice Albano, a conferma che la situazione di sfiducia resta evidente, così come la richiesta di dare risposte rapide in grado di fronteggiare le questioni idrogeologiche dell’area. Non si sbilancia, al termine del sopralluogo, il direttore generale di AL, Enrico Gerardo Marotta.

«La priorità –spiega– è capire dove si trovi la rottura e di che tipo di rottura si tratti. Lo faremo al più presto. Riteniamo che il guasto sia l’effetto e non la causa, in quanto la conduttura è in buone condizioni. Ovviamente sono solo ipotesi, che stiamo vagliando e sulle quali non possiamo pronunciarci con certezza in questo momento».

Ma un’idea di massima sembra esserci: «Tutta la situazione –prosegue Marotta- ci porta a pensare che non è un fenomeno circoscritto, ma di area vasta. Quel tratto erano monitorato da tempo. Peraltro, ci sono molte vecchie cisterne nella zona e, quindi, va anche stabilito se tutte le perdite sono collegabili con la rete dell’Acquedotto o meno».

Anche all’indomani dei crolli, così come nel dicembre scorso, Di Trani aveva invitato Acquedotto lucano a farsi carico della rete idrica e fognaria della zona, per rifarla. Ma sul punto l’ingegnere Marotta ha preferito non pronunciarsi. C’è, tuttavia, la consapevolezza che «la rete sia recente e versi in buono stato. Il nostro ente –ha concluso Marotta– non ha lasciato un attimo la zona da quando si è verificato il crollo. C’è massima attenzione».

La stessa che riservano i cittadini, preoccupati per quanto sta accadendo da quelle parti.

«Il problema è antico. -spiega Anna Giuseppina Tantone, avvocato, ma innanzitutto residente lungo un fronte di corso Margherita che desta preoccupazione- Più volte abbiamo avuto avvisaglie, voragini. Il Comune è intervenuto per tamponare e richiudere. Questa volta la cosa è un po’ più grave e quello striscione (“Aspettando la frana” ndr), non era un oscuro presagio, ma una indicazione chiara, perchè c’erano perdite di acqua che venivano fuori dai vari muretti limitrofi alla zona. Il Comune è stato interpellato e non ci ha ascoltati. Quanto accaduto era prevedibile, se è vero che l’acqua sgorgava da vari punti. Forse questa cosa si poteva evitare. Questa è la rabbia delle persone, perché deve sempre succedere qualcosa prima che si affrontino i problemi. Adesso la rabbia è ancora più grande, perché se prima aspettavamo la frana, adesso aspettiamo il crollo delle case».

Di Trani ha mostrato i progetti presentati a febbraio scorso, per mitigare il dissesto idrogeologico. Interventi candidati al governo nazionale per circa 9 milioni di euro, come ha potuto confermare l’ufficio difesa del suolo.

«Noi qui –è il commento dell’avvocato Tantone- vogliamo vedere le betoniere, non i progetti. Vogliamo vedere lavori, scavi, palificazioni, consolidamento, fogne e acquedotto nuovi in tutto il rione. Questa è la nostra rabbia: non siamo stati ascoltati e non veniamo ascoltati. Mostrarci un progetto per noi, ovviamente, è importante, ma adesso c’è l’emergenza e di conseguenza abbiamo bisogno dei lavori, che non devono essere puntellamenti provvisori. Vanno fatti subito e in maniera risolutiva».

«L’amministrazione si è mossa in tempi non sospetti. -ha voluto ribadire il sindaco Di Trani- Adesso il problema è venuto fuori in tutta la sua crudità. E da qui non ci muoviamo se non aggiustano tutto».  E’ quello che sono intenzionati a fare anche i cittadini. E’ stata riparata lunedì scorso, intanto, la perdita visibilissima di piazza Plebiscito. In diversi punti l’acqua sgorgava abbondante da un muro di mattoni, sotto il livello della strada che poi conduce in Terravecchia.

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