X
<
>

Condividi:
5 minuti per la lettura

 

POTENZA, 15 GEN – Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd) chiederà all’ad della Fiat, Sergio Marchionne, un incontro sul futuro delle produzioni a Melfi (Potenza), e sullo sviluppo di percorsi di ricerca e innovazione nel campo dell’automotive: lo ha annunciato lo stesso Pittella oggi, a Potenza, intervenendo nel corso di un incontro organizzato dalla Cgil, a cui ha partecipato anche il segretario nazionale del sindacato, Susanna Camusso.
Pittella ha spiegato di voler mandare un messaggio a Detroit, anche se “non sarà facile in questo momento”, ma è ”necessario per capire e programmare il futuro dello stabilimento di Melfi e di tutto l’indotto: siamo disposti a investire nella ricerca e nell’innovazione dei prodotti per garantire un futuro a quell’area”.
Camusso, intervenendo al termine dell’incontro, ha evidenziato che “non è normale che un incontro di questo tipo sia difficile: l’ad Fiat deve confrontarsi con il governo, le Regioni e i sindacati, perchè i programmi e il futuro passano da qui e non dalle Borse”. (ANSA).
POTENZA – Nella manifestazione organizzata dalla Cgil di Potenza non doveva essere lui il protagonista principale. Ma il presidente Pittella, invitato al tavolo dei relatori, non si è lasciato sfuggire l’occasione. 
E a una platea di altri tempi, per il numero e la qualità delle presenze, si rivolge con lo stesso registro che ha contraddistinto la sua campagna elettorale.  Presentando quello che potrebbe essere definito una sorta di manifesto programmatico. La sua «visione». Prima una questione di metodo. La più importante, dice lui. Quella che deve fare la differenza. 
«La politica del consenso deve lasciare il posto a quella delle programmazione». 
E anticipando quella che potrebbe essere una fin troppo scontata possibile opposizione, dice: «So bene di non essere il nuovo. Porto sulle spalle la mia storia, con le sue luci e le sue ombre, ma ne sono orgoglioso. Ho la consapevolezza, però, che c’è un tempo per tutto. E questo è il tempo di un cambio epocale nel rapporto tra politica-istituzioni-cittadini. Conosco la politica del consenso e non ne faccio mistero. Ma ora bisogna sintonizzarsi su altre frequenze. Servono sobrietà, severità e visione. La sfida è questa. Ma non so se tutti quelli che condividono a parole siano disposti ad andare fino in fondo». 
Questa  la premessa. Prima di ribadisce l’appello, non nuovo, all’unità e alla condivisione. E, quindi, passando al piano dei contenuti, il neo governatore conferma l’intenzione di riprendere e mantenere in piedi il rapporto di “sana collaborazione” con le parti sociali.
 A partire dalla condivisione delle proposte che arrivano  dal Piano del lavoro dei sindacati, dal documento per la ricerca e l’innovazione del cartello Pensiamo Basilicata e Confindustria; fino ad arrivare alla prosecuzione della positiva esperienza di Basilicata 2012. 
Ma sul piatto, il presidente della Regione mette anche tre proposte tematiche molto importanti: uno strumento di ingegneria finanziaria, una sorta di mutuo ventennale, che consenta alla Regione di anticipare grandi investimenti in infrastrutture con le royalty del petrolio; destinare una parte delle risorse europee della prossima programmazione 2014-2020 a un più ampio progetto per il Mezzogiorno che veda coinvolte le altre regioni del Sud. E a proposito di questo Pittella annuncia: «Ho già chiesto un incontro a Scopelliti, Vendola e Caldoro». 
Molto più difficile, invece, sarà fissare sull’agenda del presidente l’appuntamento che Pittella dalla sala magna del campus dell’Univesrità di Macchia Romana chiede all’Ad Fiat, Segio Marchionne. 
«So che  arrivare  a Detroit per me è impossibile. Ma dobbiamo trovare il modo per far giungere questo messaggio all’amministratore  delegato: «Insieme dobbiamo capire come stabilizzare e diversificare la capacità imprenditoriale sul territorio in modo da costruire una possibile via d’uscita. 
Da parte nostra siamo pronti a sostenere tutta la ricerca e l’innovazione che si voglia fare. Vorrei che la Basilicata fosse un hub di ricerca  dove gli enti coinvolti siano pronti a collaborare e investire, in un progetto di crescita condiviso». E sempre in tema di appuntamenti, in fatto di estrazione, il presidente aggiunge: «Non l’incontro non vado a chiederlo a Eni o Shell, perché non devo contrattate qualche assunzione al Centro Oli di Viggiano. Io voglio interloquire con il Governo, che deve riconoscerci i giusti ritorni. A partire dalla rivisitazione del Memorandum». 
L’altro passaggio «che bisognerà compiere al più presto» è quello di escludere i proventi del petrolio dal Patto di stabilità. Anche “l’elemosina” del bonus carburanti va rivista. 
«Quelle risorse devono confluire su un fondo più grande che vada a finanziare una misura di inserimento e reinserimento sociale. Chiamiamolo come vogliamo, l’importante è che si faccia. Perché chi non ha da mangiare non può essere lasciato solo». Insomma, la Basilicata è alla sua grande sfida. «Non c’è un’altra possibilità. E alla fine di questo mandato dovremo consegnare una regione con una carta d’identità europea. Altrimenti non ci rimarrà che consegnare un documento di non sana e robusta costituzione. Perché ciò avvenga  serve un’assunzione di responsabilità da parte di tutti». 
m.labanca@luedi.it
Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE