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POTENZA – Nei momenti di crisi, il ragionamento che si fa quando si programma il futuro è semplicissimo, quasi banale: cosa funziona e cosa no. Quello che non funziona, che mi fa perdere forza, io lo elimino. Così funziona nel privato, ma nel pubblico evidentemente le scelte si fanno in maniera un po’ diversa. E il taglio delle tre sezioni della scuola Materna di via Torraca, di una sezione di quella di via Roma e di un’altra sezione a via Adriatico, ne sono la evidente dimostrazione.
In tutto le scuole dell’Infanzia di pertinenza comunale sono quattro: “L’allegra brigata” di via Torraca, “Pollicinia” di via Roma, “I due Noci” di via Adriatico e “Il giardino dei colori” di contrada Giuliano. Nell’anno scolastico 2014-2015 alla scuola Materna di via Torraca risultano regolarmente iscritti 75 bambini. Questo è quanto la scuola può contenere, ma di domande ne sono arrivate molte di più.
Nella scuola di via Roma ci sono sei sezioni: in tutto 150 bambini in questo momento. A via Adriatico ci sono quattro sezioni: in tutto 100 bambini. Parliamo, in tutto, solo per le scuole comunali di Potenza città di 325 bambini, cui vanno aggiunti i 25 della sezione di contrada Giuliano, ancora non interessata dai tagli (c’è una sola sezione!).
Se questi sono i numeri – e sono questi, basta dare un’occhiata sul sito internet del Comune – significa che quel servizio non solo serve ma, piuttosto, andrebbe potenziato. Perchè se le sezioni sono tutte piene, con un massimo di 25 alunni come vuole la normativa. Il privato penserebbe: questo è il settore che funziona, quello che io non devo toccare, anzi.
Ma al Comune di Potenza le cose funzionano diversamente. In ogni conferenza stampa è stato detto è ripetuto che i grandi bubboni di questa città sono due: Acta e Cotrab. E allora perchè non si inizia seriamente a mettere le mani lì dentro piuttosto che eliminare uno dei pochi servizi che in questa città – ed è unanimemente riconosciuto – funziona bene? Questa la prima domanda.
La seconda: non è un doppio spreco delle risorse pubbliche chiudere scuole che, solo qualche anno fa, sono state ristrutturate per creare cucine e creare locali più consoni per la mensa? Chiaramente sì. E non si amministra – almeno non dovrebbero farlo le persone di buon senso – adottando semplicemente una logica punitiva (tutto quello che ha fatto quello prima di me fa schifo e va distrutto), si dovrebbe tentare di governare e amministrare anche tenendo presenti tutti i soldi già investiti. Cosa si risparmia? Le spese del personale? Poco più di una ventina di maestre sono il problema? Una scelta che, francamente, sembra essere più un volersi disinteressare dei problemi che un volerli affrontare.
Terza domanda: si potevano salvare queste strutture? Forse sì. Perchè nessuno degli attuali amministratori del Comune – nella fattispecie l’assessore all’Istruzione, Margherita De Francesco – ha pensato di ripensare quelle strutture nell’ambito di un Piano di dimensionamento? In passato si sono salvate così altre strutture comunali, creando degli Istituti comprensivi e facendo passare “armi e bagagli” all’amministrazione statale. Un modello – e un merito va riconosciuto all’assessore Giuseppe Messina – che ha salvato posti di lavoro e ha permesso di non chiudere nessuna struttura. Ora il Piano di dimensionamento scolastico non si può andare a riprendere, ma c’è stato tempo fino a novembre dello scorso anno per presentare proposte e, magari, salvare quello che oggi si sta chiudendo. Al Comprensivo “La Vista” non si poteva aggregare la scuola di via Torraca? Lavorandoci sarebbe stato possibile non creare ulteriori disagi a bambini, famiglie e lavoratori. Che questo è un settore che il Comune dovrebbe valorizzare visti i numeri, non distruggere. E ne sono consapevoli, evidentemente, gli stessi esponenti di Fratelli d’Italia (si legga il pezzo a firma di Claudio Buono in questa stessa pagina) che si scagliano contro (giustamente) i tagli della Regione alle Sezioni primavera. Ma se un diritto è un diritto lo è a tutti i livelli e chiunque sia l’ente che eroga i soldi. Così si strumentalizzano soltanto anche i bambini.

a.giacummo@luedi.it

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