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POTENZA – Non solo commenti positivi sulla recente promozione da parte della Commissione Ue del Po Fesr Basilicata 2014-2020 che mette in campo 826 milioni di euro da investire su 9 Assi di sviluppo.
A qualche giorno dalla notizia giunta da Bruxelles, è l’eurodeputato del Movimento 5 Stelle, Nicola Pedicini a mettere il dito nella piaga dei «ritardi» e i «flop» della programmazione dei fondi europei.
«Altro che esultare, come fa il presidente Pittella. Bisognerebbe fare mea culpa sugli errori già commessi», tuona il parlamentare europeo.
Innanzitutto – spiega l’esponente pentastellato – bisognerebbe tener conto del fatto che il nuovo Po Fesr è stato approvato con due anni di ritardo rispetto ai tempi previsti.
Anche se – c’è da dire – restano ancora altre due regioni del Sud – Campania e Calabria – i cui programmi non sono stati ancora approvati.
Ma soprattutto Pedicini punta il dito sui sui 238 milioni di euro dei fondi Fesr e Fse del precedente settennio che al 31 maggio 2015 non erano stati ancora approvati. E ancora sui 150 milioni ancora non spesi per il settore agricolo. Chiede quindi al presidente della Regione di fare un quadro su quale sia la situazione attuale.
«Si tratta di risorse – continua Pedicini – che, se non spese entro la fine dell’anno, ritorneranno a Bruxelles.
«Ci auguriamo di sbagliare, ma la credibilità di Pittella e della classe dirigente lucana ha già dimostrato di essere molto discutibile.
Il governatore la smetta di imitare Renzi con slogan, proclami e libri dei sogni. I cittadini hanno bisogno di fatti, serietà, sobrietà, onestà, trasparenza e competenza e non più di promesse.
E non si dica che per i ritardi e per gli errori del passato Pittella non c’entra ed è colpa dell’ex governatore De Filippo».
Sulle nuovi fondi del Po Fesr destinati alla Basilicata, Pedicini continua nell’attacco: «Non si sa se Pittella e la sua giunta saranno capaci di utilizzarli pienamente e in modo corretto». Il recente passato, per l’esponente M5S, parla chiaro: oltre alle risorse disponibili e non ancora spese, c’è da prendere atto del fatto che anche quelle utilizzate non hanno prodotto gli effetti sperati.
«Lo dicono tutti gli indicatori economici – insiste Pedicini Tanto – che rappresentano una Basilicata che, pur usufruendo da decenni di vari miliardi di euro di fondi europei e di royalties petrolifere che stanno distruggendo l’ambiente, resta la regione più povera e depressa d’Italia».

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