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NON conosco abbastanza Joseph Grima, ma ne so abbastanza di presenzialisti e esperti di primi piani televisivi, “prezzemolini” della vita pubblica. Per questo posso dire con certezza che il direttore artistico di Matera 2019 non rientra in questa ampia categoria di cui Matera è ampiamente dotata.
La conferma è arrivata in occasione della visita in città dei Commissari europei chiamati a decidere se Matera fra cinque anni sarà Capitale europea della cultura.
Grima, maglietta bianca a zainetto, si è confuso fra la folla di piazzetta Pascoli, è rimasto a margine della visita alla mostra su Pasolini a Palazzo Lanfranchi, ha osservato divertito l’arrivo dei camminatori in piazzetta Pascoli confuso tra la folla festosa che li ha accolti.
Solo per una volta ha derogato: lo ha fatto per accompagnare il commissario Estone sorpresa dall’acquazzone dopo la visita al Palombaro di piazza Vittorio veneto.
Presunzione? Insofferenza alla troppa visibilità? Interpretare il grima-pensiero è difficile anche perchè il suo rapporto con la stampa è dosato con molta attenzione, come il sale per gli ipertesi.
Personalmente tendo a credere si tratti di uno stile di vita, che dà spazio all’operatività e relega a margine tutto ciò che richiede l’esposizione personale.
E’ un metodo vincente? Saranno i fatti a dirlo. Resta il fatto che Matera, un personaggio come Grima, non lo aveva mai avuto e che forse qualcuno dovrà cominciare a pensare che la vita pubblica cittadina non appartiene solo alle inquadrature in tv, alla retorica, al nulla in giacca e cravatta.
L’incarico di Grima si concluderà nei tempi previsti dal contratto stipulato con il Comune, ma sarebbe bello vedere che la sua scarsa propensione alla visibilità è stata mutuata da qualcun altro che un giorno, rivolgendosi a un cameraman o a un fotografo chieda: “Per favore, non inquadratemi”.

a.ciervo@luedi.it

 

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