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La denuncia di un residente: la nuova striscia continua crea ai residenti molti disagi. Che si sommano alla mancanza d’illuminazione, alle fogne solo per pochi e ai numeri civici fai-da-te

di ROCCO PEZZANO
POTENZA – Quasi non sa da dove cominciare, il dottor Giuseppe Durante, per elencare tutti i problemi – irrisolti o bellamente ignorati dalle autorità – di Poggio Cavallo: luci, strade, fogne eccetera…
La via interna ha da poco ottenuto un nome: via Giuseppe Saragat. Ma l’omaggio in toponomastica alla contrada sulla strada per Rifreddo di un nome così illustre non è coinciso con la soluzione dei problemi. Anzi, ne è sorto uno in più: la striscia continua.
«E’ accaduto – racconta Durante, dottore in pensione – che, dalla sera alla mattina, l’Anas abbia deciso di rettificare una serie di accessi a stradine e immobili, segnalati dalla striscia discontinua fra le due corsie di marcia della statale 92. Ci ritroviamo così in questa situazione: o commettere un’infrazione, con il rischio di prendersi una multa, o allungare di molto il giro per tornare a casa».
Durante ribadisce la mancanza di pericolosità nell’attraversare la striscia dei punti in cui è adesso vietato farlo.
«Ma capisco che, come hanno detto dall’Anas – commenta – ci siano leggi che li obbligano a farlo. Bene. Però, fra Anas e Comune, possibile che non si riesca a trovare una soluzione che consenta agli enti di rispettare la nuova legge e a noi residenti di rincasare serenamente?».
Durante mostra poi il punto in cui finalmente la striscia si fa discontinua ed è possibile effettuare l’inversione di marcia: «Ecco – dice – C’è una bella curva proprio là vicino. Qui sembra davvero pericoloso fare la manovra. Eppure, proprio qui, è il punto in cui ci dicono di farla».
Ma non c’è solo la questione delle strisce. Durante si ferma e mostra, proprio dove una traversa di via Saragat scende verso la ss 92, il segno di un lavoro realizzato sulla sede stradale.
«Qui – racconta – qualche tempo fa la proprietaria della villa al di là della strada ha dato il permesso ad Acquedotto lucano, senza pretendere nulla in cambio, a far attraversare la sua proprietà dalla condotta fognaria. Perché questo lavoro potesse servire le famiglie della zona serviva un’altra opera, un raccordo più a monte. L’opera avrebbe toccato, di poco, la proprietà di una persona che ha tentennato prima di dare il proprio permesso. A quel punto Acquedotto Lucano ha abbandonato il progetto. Non avendo voluto proseguire, cercando un punto d’incontro magari tramite l’amministrazione comunale, ora delle fogne possono usufruire solo due famiglie. Molte altre sono rimaste escluse dal servizio».
«Quelli sono soldi anche miei, come cittadino – dice – Come si fa a lasciare un progetto a metà in questa maniera? Senza dire che è anche una questione di igiene pubblica. Sono indignato».
A questo si aggiunga che manca anche l’illuminazione pubblica. E la spazzatura? «I cassonetti sono lontani da casa – risponde Durante – E’ vero che per questo usufruiamo di una piccola riduzione sulle tasse per i rifiuti. Ma è una situazione comunque incresciosa».
Andandosene, spiccano alcune targhe che indicano i numeri civici di via Saragat. «Quelle? – chiede retoricamente il dottor Durante – Le abbiamo messe noi a nostre spese. Il dirigente del Comune ha detto che non c’erano soldi». Ma quanto si è speso? «Una cinquantina di euro», è la risposta, amara, di Durante.

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