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POTENZA – Sarà intitolato alla studentessa potentina Grazia Gioviale, assassinata appena diciottenne il 27 aprile del 2009 a Tito, il giardino posto in Via dell’Unità di Italia, a valle di Piazza della Costituzione Italiana,  nel quartiere Poggio Tre Galli. A Grazia Gioviale che ha detto “no” e il suo rifiuto non è stato rispettato e che ha pagato con la propria vita il suo grido di libertà. La morte di Grazia ci ha dimostrato ancora una volta che il femminicidio è un fenomeno trasversale che ha radici profonde e che interessa tutte le comunità, nessuna esclusa, anche una comunità come quella lucana. E l’Amministrazione comunale di Potenza vuole ricordare il sorriso della giovane potentina e non dimenticare la sua drammatica morte avvenuta con tanta violenza dedicandole i giardini a Poggio Tre Galli. Perché anche la toponomastica può essere strumento particolarmente efficace nel perpetuare la memoria delle vittime e  fungere da monito per le future generazioni.

L’omicidio è la prima causa di morte delle donne in Europa e nel mondo eppure ancora non si è concordi nel riconoscere il femminicidio come un crimine contro l’umanità.

La cerimonia di intitolazione si svolgerà sabato prossimo 21 settembre in via della Unità di Italia a Poggio Tre Galli. Prima della intitolazione, alle ore 17 si svolgerà  un dibattito nell’anfiteatro del Parco dell’Europa Unita sul tema del Femminicidio.

A parlarne con il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, Graziella Salvatore, sociologa presso l’Università degli Studi di Salerno, Emilia Simonetti, già consigliere della Regione Basilicata, il poeta Rino Mele della Università degli Studi di Salerno,  Maria Anna Fanelli Consigliera di Parità della Regione Basilicata.

Previsto anche un intervento musicale con Toni De Giorgi al pianoforte e Gianfranco Summa alla chitarra.

«La città – dice il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero – non vuole dimenticare e non vuol far scendere il silenzio su quanto accaduto, alla pari di quanto successo ad Elisa Claps, alla quale abbiamo intitolato il nuovo parco di Macchia Romana. Abbiamo bisogno di una svolta culturale per superare un modello di società che troppo spesso tollera e giustifica una condizione subalterna delle donne. Un modello di società che troppo spesso crea le condizioni per cui la violenza venga accettata nel silenzio e nella paura.

La violenza sulle donne è oggi un problema sociale che va affrontato in una dimensione pubblica perché la tutela dei diritti della donne è un requisito fondamentale per costruire una società civile e per costruire una vera democrazia. Accanto alla nostra azione amministrativa – continua il primo cittadino – classica, ordinaria, quella che più facilmente si percepisce, quella che ci porta a realizzare infrastrutture, ci porta a realizzare le piazze, le strade, a sviluppare la nostra azione quotidiana, c’è un pezzo di azione amministrativa determinante per far crescere la comunità, quella di sensibilizzare le coscienze rispetto ai grandi drammi del mondo moderno, responsabilizzare le coscienze rispetto a temi come a quello della violenza sulle donne.

Un tema che va affrontato apertamente, parlandone in maniera forte, chiara e significativa, perché una società che non è in grado di difendere la donna, la sua integrità, la sua dignità, è destinata all’autodistruzione».

«Parlare di femminicidio implica guardare in faccia la realtà, e chiamare le cose con il proprio nome, ponendo l’attenzione non sul carnefice e sui suoi problemi, ma sulla vittima, che è sempre la donna. La violenza sulle donne – conclude Santarsiero- non può essere più solo un problema privato, è un fatto sociale che va affrontato nella sua dimensione pubblica perché la promozione e la tutela dei diritti delle donne sono requisiti fondamentali per costruire una vera e propria democrazia».

La tragica morte di Grazia Gioviale, quattro anni sconvolse la città di Potenza. Un omicidio maturato nell’ambito del rapporto sentimentale che la studentessa aveva instaurato con Bruno Condelli. Prima la lite, nell’appartamento di un amico a Tito, dove Condelli abitava provvisoriamente, scoppiata probabilmente per motivi di gelosia,  poi il tragico fatto. Condelli ha ucciso la sua ragazza con un’arma da taglio, molto probabilmente un coltello.

Un colpo alla gola è stato letale.

Una tragica storia che ha messo fine alla giovane vita della studentessa potentina ma anche al fidanzato, Bruno Condelli, che sotto shock ha perso la vita nella folle fuga dopo l’atroce omicidio.

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